Vincenzo Boscaino
In un calcio in continua evoluzione dove la predominanza fisica è diventato centrale, in cui il pressing è diventato asfissiante e tutto è stato provato e riprovato in allenamento, c’è chi ancora resiste al cambiamento. Giocatori immortali che hanno il profumo di tempi andati, catapultati in un’epoca non loro, imprigionati dalla parte sbagliata del tempo, incaricati di regalare una magia “antica”.
Questa categoria di giocatori è sempre sul baratro dell’estinzione. Sono apprezzati ma non reputati vincenti, amati ma con scetticismo, ammirati e criticati. Riquelme, Pires, Ozil. Sono giocatori che si passano la torcia della bellezza e dell’eleganza di mano in mano per continuare ad incantare.
Ed è a questa categoria, con le dovute proporzioni, che appartiene Riccardo Saponara. Un calciatore con la valigia in mano, apprezzato ma mai abbastanza per diventare il perno di un progetto. In un calcio che punta sulla velocità, sulle ali veloci, sul 4-3-3, lui ancora resiste. Lì, dietro la punta, ancora resiste.
Il suo passaggio al Genoa, dopo l’esperienza con la Sampdoria, è l’ennesimo banco di prova a cui verrà sottoposto. Una piazza piena d’amore che nel tempo ha fatto dei propri giocatori vessilli storici, una tifoseria che ama il bello e l’eleganza. Saponara è chiamato a dare una svolta alla sua carriera, a diventare importante e protagonista in una squadra con ambizione. Trequartista o mezz’ala non importa, Saponara non può più sbagliare. A 28 anni è arrivato il momento della consacrazione, l’ora della verità.
E se andrà male? E se ancora una volta deluderà? Ce ne faremo una ragione. Forse i giocatori come Saponara, esteti del gioco, portatori sani di bellezza non devono essere rinchiusi i dogmi tattici. Forse chiedere a loro di essere brutti sporchi e cattivi è il vero peccato. Imprigionati in un tempo utilitaristico e cinico, Saponara è un calciatore in via d’estinzione.
In fondo, non importa cosa succederà e come andrà l’esperienza rossoblù. L’importante, per noi tifosi, è vederlo in campo a fare magie, meraviglie che ci riempiranno gli occhi di gioia. L’importante è vederlo giocare. In un calcio in continua evoluzione, forse, i giocatori come Saponara devono essere davvero protetti dall’estinzione.