(di Gianluca Guarnieri) Ci sono partite che entrano nel mito e nella storia dalla porta principale, fissandosi alla nostra memoria in maniera profonda ed indelebile. Inghilterra-Italia del 14 novembre 1973 è proprio una di queste. La prima volta che la nazionale azzurra andò ad espugnare Wembley, il tempio del calcio mondiale, sconfiggendo la nazionale dei “tre leoni” in casa propria. L’Inghilterra era stata da sempre una bestia nera degli azzurri e nemmeno la fortissima Italia degli anni ’30 di Vittorio Pozzo, due volte campione del mondo era riuscita a sconfiggere i creatori del calcio moderno, in vari confronti ed il primo successo dei nostri atleti avvenne giusto in quel 1973, grazie ad un 2-0 a Torino, con le reti di Capello ed Anastasi. La visita fu ricambiata in quel celebre 14 novembre 1973, con un Inghilterra distratta dal matrimonio della Principessa Anna con il capitano Mark Philips ma con un “Empire Stadium” colmo di spettatori fino al limite della capienza. Gli “azzurri” di Ferruccio Valcareggi andarono in campo con: Zoff, Spinosi, Facchetti, Benetti, Bellugi, Burgnich, Causio, Capello, Chinaglia, Rivera e Riva. Mancavano Mazzola ed Anastasi. Per i britannici invece Sir Alf Ramsey (Commissario Tecnico campione del mondo 1966) schierò: Shilton, Madeley, Hughes, Bell, McFarland, Moore, Currie, Channon, Osgood, Clarke (dal 74′ Hector), Peters. Come preventivato, gli inglesi partirono all’attacco. I ragazzi della Nazionale furono risucchiati all’indietro, a protezione della propria area di rigore, con Spinosi, Bellugi, Facchetti e Burgnich costretti a difendere nella propria area di rigore, e Dino Zoff bravissimo ad opporsi alle conclusioni di Channon, Bell e Hughes, ed a uscire spessissimo su palla alta, per arginare i cross insidiosi dei “white” di Sua Maestà. Il contropiede come di consueto fu l’arma principale degli italiani, insieme alla rigida marcatura ad uomo, con Gianni Rivera pronto a capovolgere il gioco e ad imbeccare Riva e Chinaglia, punte di grande fisicità e di potenza. Fu proprio il fuoriclasse del Cagliari a scaldare i guantoni di Shilton con un violentissimo sinistro ad inizio ripresa, ma dall’altra parte Zoff si superò togliendo dalla rete una micidiale stoccata di Hughes. La pioggia sul prato londinese non fece altro che creare una maggiore epica del match e si pensava che il risultato finale non si sbloccasse dallo 0-0, fino al 42′ della ripresa, con un’incursione di Chinaglia sulla destra. Conclusione in diagonale, toccata solamente da Shilton, e pallone che giunse a Fabio Capello, che con tutta comodità mise in rete, il più facile degli 1-0. Fu il goal vittoria, e per la prima volta l’Italia superò in trasferta l’Inghilterra. Una vittoria indimenticabile, in un momento di grande gioia per il calcio italiano. “Football it’s coming home”, nel vero senso della parola. Una gioia che si spense però l’anno successivo, nel mondiale 1974 in Germania, con la fine del ciclo dei “Messicani”, ma questa è veramente un’altra storia…