di Alessia Fratarcangeli
Il Napoli gioca un gran calcio, ma la sfida con la Juventus e quella contro la Roma sono la testimonianza che agli azzurri manca ancora qualcosa. Il passo decisivo. L’ultimo step. il Napoli viene sempre meno nelle gare che contano di più.
Tre indizi fanno una prova.
31 maggio 2015, Napoli-Lazio al San Paolo, della scorsa stagione. La gara che decide l’accesso dell’una o dell’altra squadra ai preliminari di Champions League. Higuain sbaglia il rigore decisivo e condanna il Napoli all’Europa League.
13 febbraio, 2016 Juventus – Napoli. La Vecchia Signora è a due punti dai partenopei che ancora non mollano il primo posto. Dovrebbe essere la partita della certezza, della convinzione e della dimostrazione che il Napoli quest’anno è più forte anche della Juventus. E invece la prestazione degli uomini di Sarri non convince e un episodio a favore dei padroni di casa risulta fatale. Zaza entra e con un sinistro micidiale manda KO gli azzurri, mettendo a segno la remuntada. Sfortuna? Sì, anche, ma non solo. Al Napoli mancava qualcosa allora e manca qualcosa.
25 aprile 2016 Roma – Napoli il Napoli ha l’obbligo di vincere per non mettere a repentaglio anche il secondo posto. I partenopei ritrovano anche Higuain, ma la storia si ripete e Rudiger, come all’andata, sfodera una prestazione quasi perfetta, annichilendo il bomber argentino. La Roma trova il gol all’89’ con Naingolaan e la fortezza azzurra si sbriciola.
La storia si ripete. Gli azzurri non ci hanno creduto abbastanza, nonostante il pallino del gioco sia stato per lo più nelle loro mani. Ma, basta un episodio per cambiare le sorti di un match. Inutile dire “erano partite da pareggio“: se l’episodio si palesa, è perché una delle due compagini ci ha creduto di più. E a Roma, come a Torino, non è stato il Napoli.