di Marco Bea
Leggere la classifica potrebbe risultare un mero esercizio di stile in luce del caos che sta attraversando la Serie A, ma in un periodo del genere non resta che ancorarci alle, ben poche, certezze che abbiamo. Al momento appare inconfutabile ad esempio che la Lazio, dopo il 2-0 casalingo contro il Bologna, sia la nuova capolista del campionato, in attesa di capire tuttavia quali pieghe dovrà prendere una competizione ormai del tutto stravolta nel suo svolgimento.
Rispetto al turno precedente, già mozzato in maniera pesante dai provvedimenti governativi, la situazione nell’ultimo weekend infatti è andata addirittura peggiorando, con quella biancoceleste che è stata una delle appena otto formazioni della massima divisione ad essere scesa regolarmente in campo. Agli uomini di Inzaghi va comunque dato atto di non essersi fatti condizionare in alcun modo dal grottesco impasse che ha travolto la Serie A, a causa di logiche che esulano da quella, in teoria prioritaria, del contenimento dell’epidemia di Coronavirus divampata in questi giorni soprattutto nel nord-Italia. I capitolini hanno infatti convinto soprattutto in termini di approccio, andando a costruire almeno quattro occasioni nitide, di cui due convertire in rete, nell’arco dei primi 20’ di gara. Dopo il sanguinoso colpo doppio firmato dal come solito sontuoso Luis Alberto e da Correa, autore di una prestazione positiva al rientro da titolare, la Lazio ha potuto azionare il “cruise control” per un’ora abbondante, pur correndo, specie nella fase centrale della ripresa, più di qualche pericolo. Il risultato è rimasto però invariato grazie anche alle chiamate del VAR, ben intervenuto sia sul gol di Denswil al 51’, propiziato da un tocco di mano, che su quello di Tomiyasu al 66’, viziato dalla partenza in fuorigioco dell’assist-man Palacio. Al di là degli episodi arbitrali la porta di Strakosha è stata comunque protetta ancora una volta dalla pregevole applicazione di squadra nella fase difensiva, sostenuta da una retroguardia capace di sopperire per la seconda partita consecutiva all’assenza di un leader come Acerbi.
Come forza e compattezza del collettivo la Lazio ha quindi dimostrato di valere la vetta della classifica, che sarebbe stata alla portata anche qualora si fosse giocato il big match Juventus-Inter, vulnus dal quale è partito il cataclisma di tutta la 26° giornata. Pur di non deprezzare il proprio evento di punta la Lega è infatti giunta, tra l’altro all’ultimo istante utile, alla drastica decisione di rinviare tutti gli incontri previsti a porte chiuse su indicazione delle autorità statali e regionali. Una mossa improvvida che ha gettato il campionato in un rischioso vicolo cieco, considerando soprattutto l’intasamento dei calendari delle compagini ancora in corsa sul fronte europeo. La speranza è che in seno al consiglio di Lega straordinario convocato per mercoledì prevalga il principio di realtà è che venga accettata, in ottica di un prevedibile prolungamento dell’emergenza sanitaria, la soluzione di giocare in alcuni stadi senza spettatori o a porte parzialmente aperte. In questo marasma in cui si mescolano interessi comuni e di parte la stessa Lazio dovrà esser brava a sostenere una posizione ferma ma equilibrata, così da non intricare ulteriormente, se non addirittura compromettere, una stagione degna di essere vissuta fino all’ultimo nel miglior modo possibile.