(di Gianluca Guarnieri) Il trionfo. Gioia e disperazione (sportiva) contrapposte. E’ il bello ed il brutto del calcio, con emozioni diverse, e difficilmente replicabili. 10 marzo 2002, una data che difficilmente i tifosi romanisti dimenticheranno. E per differenti ragioni anche i tifosi della Lazio. 18 anni fa per i sostenitori bianco-celesti fu una vera e propria serata da incubo, con Vincenzo Montella super protagonista con ben 4 reti ed Alessandro Nesta, capitano in crisi e costretto al ritiro e alla sostituzione dopo 45 minuti da tregenda. Per il piccolo centravanti di Pomigliano d’Arco un poker e una notte di trionfo, degna di Giulio Cesare o di Napoleone, meritevole di entrare nella storia calcistica di Piazzale Dino Viola. 2 goal di testa, anticipando il difensore della Nazionale, beffa delle beffe per un calciatore che arriva al 1,70 scarso, uno in anticipo secco dopo una ribattuta di Peruzzi, in seguito a dribbling (stile Alberto Tomba in slalom…) e secco tiro di Capitan Totti, e nella ripresa, bomba di sinistro sotto l’incrocio per la disperazione di Angelo Peruzzi, mai così impotente. Non servì a nulla la rete laziale di Stankovic, per una disfatta incredibile ed epocale, favorita anche da una decisione quasi sbalorditiva del tecnico Zaccheroni che schierò per la prima volta una difesa a 3, che si dimostrò deleteria. Una serata magica per la Roma, con il suggello finale di un super cucchiaio di Francesco Totti, sotto la Nord stordita e mortificata, mentre la Sud in totale estasi di gioia. Un 1-5 che ancora oggi provoca il sorriso nei tifosi giallorossi e la mestizia in quelli laziali. 18 anni oggi, eppure sembra ieri. Nei giorni a seguire gli sfottò si moltiplicarono, con “Gimme Five” di Jovanotti, gettonatissima nelle radio romane. Ironie e crudeltà (sopraffine) da derby. La Roma dopo Da Costa e Delvecchio aveva trovato un altro spauracchio per la Lazio. Montella non avrebbe più dimenticato quella meravigliosa notte…
