Pasquale Pollio
12 Aprile 1970, una data che segnerà indelebilmente la storia del calcio italiano, quel giorno il Cagliari conquistando la vittoria sul Bari grazie alle reti di Gigi Riva e Bobo Gori si laureò Campione d’Italia con due giornate di anticipo, impresa straordinaria se si pensa che sino a quel momento il tricolore non era mai sceso sotto Firenze, quella vittoria fu la rivincita sociale di un’isola considerata più terra di confino che Italia, dove al massimo si veniva mandati per punizione, tanto che uno dei più grandi giornalisti dell’epoca un tal Gianni Brera si permise di dire “lo scudetto ha portato la Sardegna in Italia”
L’eroe principale di quel manipolo di ragazzi terribili guidati dal “filosofo” Manlio Scopigno ha un nome: Gigi Riva, “l’uomo che visse due volte”, come lo ha raccontato magnificamente Buffa nel suo documentario, un uomo che resterà per sempre l’icona sportiva di quella terra e non solo, un calciatore che nella sua carriera ha rinunciato a tutto pur di non tradire quei colori diventandone una bandiera, dichiarando che il peso specifico di quello scudetto aveva il valore di dieci titoli bianconeri, e per questi motivi la storia di quella squadra va tramandata a tutti i giovani appassionati di calcio, per fa sì che comprendano quali sono i reali valori di uno sport trasformatosi con il tempo in un industria, industria che vive però grazie alla passione dei tifosi, e per chi non c’era o non lo ricorda più elenchiamo quei ragazzi che fecero l’impresa: Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tommasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva, senza dimenticare Reginato, Mancin, Poli, Brugnera e Nastasio