(di Gianluca Guarnieri) “Qual è il colore di Dio? E’ giallorosso!” Toninho Cerezo, 22 luglio 2007, 80esimo compleanno dell’As Roma.Simpatico, divertente, allegro. Sempre vicino ai tifosi, non negandosi mai per un autografo o una stretta di mano. Toninho Cerezo, calciatore amatissimo ancora oggi dal popolo romanista nonostante tanta acqua sia passata sotto i ponti del Tevere. Protagonista di un periodo bellissimo nella storia del club capitolino, vincitore di 2 coppe Italia, con 2 secondi posti in campionato e una finale di Coppa dei Campioni, Cerezo non ha mai tagliato il cordone ombelicale con il “mondo Roma”, nonostante la separazione e i successi genovesi di sponda Doriana. Cerezo e la Roma è sempre stato un rapporto inscindibile, fatto di ricordi e di sentimenti, di saluti sotto la Sud anche con una maglia diversa. Toninho ha lasciato il segno: andare a Trigoria in bicicletta dall’Eur, cosa che oggi rasenta il fantastico visto il distacco tra i calciatori e i tifosi, con i primi sempre più vicini alle “rockstar” e alle stelle di Hollywood, il contatto con la gente non negando mai un sorriso o una stretta di mano. Tutte cose che restano nell’immaginario dei supporters. Senza citare il valore intriseco del calciatore, centrocampista di grande classe e dinamismo, capace di “cantare e portare la croce”, in grado di difendere e di fare goal, in coppia con il “Divino” Paulo Roberto Falcao in un duo di rara forza e brillantezza. Mai un dribbling di troppo, di quelli fatti solo per provocare lo stupore del pubblico, ma tanta sostanza e concretezza, condita però da una tecnica individuale da top player puro. “Vai Nessa Toninho, a torcida te da una Forca”, le parole di profondo affetto che la Curva Sud e il mitico Cucs dedicò al brasiliano alle prese con le malinconie della Saudade, con uno striscione restato nel mito, anno del Signore 1984. Un segno del “fil rouge” che unirà il campione di Belo Horizonte alla Città Eterna. In fin dei conti sono nati lo stesso giorno, il 21 aprile. Qualcosa vorrà dire, o no?
