di Antonio Capotosto
Campionato 1997-’98. Prima stagione a Formello di Sven Goran Eriksson, approdato sulla sponda biancoceleste del Tevere dopo cinque annate sulla panchina blucerchiata. Assieme allo svedese arrivo’ anche Mancini: Roberto aveva lasciato la Sampdoria dopo quindici anni, 566 partite e 171 gol. Ritrovarono cosi’ Vladimir Jugovic, reduce da due stagioni in bianconero dopo il triennio a Bogliasco. All’undicesima giornata la Lazio venne sconfitta al Delle Alpi e ingoio’ cosi’ il quarto boccone amaro, con la Juventus che si porto’ a due lunghezze dai nerazzurri (la Beneamata pareggio’ al Ferraris). I biancocelesti sembravano destinati ad un campionato anonimo, mentre in Europa e in Coppa Italia si preparavano a staccare il pass per i Quarti. Ma dopo il ko di Torino la Lazio mise in fila sedici risultati utili: 41 punti che la portarono al terzo posto, a due lunghezze dalla Vecchia Signora. Si avvicino’ alla vetta il 22 febbraio, quando sfrutto’ la battuta d’arresto dei bianconeri a Firenze liquidando l’Inter. All’Olimpico apri’ le marcature Diego Fuser, seguito da Boksic e Gigi Casiraghi: quella domenica l’attaccante brianzolo realizzo’ l’ultima rete in Serie A. La striscia positiva dei biancocelesti venne interrotta il 5 aprile, quando la Juventus espugno’ l’Olimpico con Inzaghi. ‘Superpippo’ apri’ la crisi dei capitolini, i quali scivolarono al settimo posto racimolando solo un punto fino al termine del campionato. In Coppa Uefa invece si arrese solo alla Beneamata nella prima finale unica, disputata a Parigi. Tre giorni dopo quel famoso rigore negato a Ronaldo gli uomini di Eriksson rimontarono il Milan nell’atto di ritorno del trofeo nazionale e cucirono la seconda coccarda tricolore sul gagliardetto biancoceleste. Il primo trofeo dell’era Cragnotti sollevato da Diego Fuser: il regalo d’addio di uno dei tanti prodotti del vivaio torinista. Ma a Formello quella stagione verra’ ricordata anche per le tensioni tra il tecnico e Beppe Signori che costrinse il bomber : ma gli bastarono tre doppiette in altrettante partite di Coppa Italia per laurearsi capocannoniere della manifestazione. Evidentemente era destino che l’incipit di quel ciclo portasse anche la sua firma.
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