di Nicola Ciacciarelli
Con il Carpi, anche il brasiliano si è sbloccato. Il profeta è il sedicesimo realizzatore stagionale per la Juventus. Accolto con scetticismo, al suo arrivo, è tutto sommato riuscito a ritagliarsi un piccolo spazio all’interno dell’undici di Allegri. Per lui 21 presenze complessive, 14 in campionato, 5 in Champions e 2 in Coppa Italia, per 1201 minuti complessivi di utilizzo. Non molte per un giocatore pagato 13 milioni di euro(bonus compresi), ma neanche poche. La sua è stata un’annata caratterizzata, anche, da problemi fisici, in particolare all’adduttore della coscia destra, che ne hanno limitato l’utilizzo. Il numero 11 è partito titolare nelle prime quattro uscite ufficiali in maglia bianconera, compresa la vittoriosa trasferta di Manchester. Poi qualche panchina e alcune prestazioni non sempre all’altezza (vedi Napoli), prima di ricomparire nel derby della svolta in cui è lui a dare avvio all’azione della rete di Cuadrado. L’ex Inter e Lazio ha sostituito degnamente Marchisio a Monaco, con il Bayern, e con l’Inter in campionato, ma steccato la sfida di coppa con i nerazzurri. Un rendimento altalenante, figlio di una posizione in campo mai gradita del tutto dal Profeta. Il natio di Recife ha sempre dichiarato di preferire il ruolo di trequartista, mentre Allegri lo vede come regista basso o, al massimo, come centrale di metà campo. Sulla trequarti avversaria lo si è visto raramente: all’esordio con il Chievo, nel derby d’andata e con il Milan allo Stadium. Il tecnico livornese lo vede troppo lento negli ultimi 20-25 metri, preferendolo al centro della mediana. Hernanes ha, comunque, mostrato attitudine al sacrificio e i 9587 chilometri percorsi in campionato sono lì a testimoniarlo.