Nicola Ciacciarelli
Seconda coppa che sfuma in casa Juve. Ai rigori, ma anche col Napoli come con la Lazio, la sconfitta è parsa meritata per gli uomini di Maurizio Sarri.
I bianconeri hanno iniziato discretamente, prima di perdersi alla lunga, in special modo nella ripresa. Stavolta, a differenza di venerdì scorso, l’avversario ha creato occasioni. E solo per la grande reattività di Buffon e gli errori degli attaccanti partenopei la contesa non si è risolta nei tempi regolamentari. Le uniche occasioni di Madama sono arrivate da errori in fase di impostazione del Napoli. A difesa schierata il possesso palla bianconero risulta sterile e praticamente inoffensivo. La Juve ha concluso 13 volte verso la porta di Meret, ma in sole 5 occasioni lo ha fatto negli ultimi sedici metri. La Signora ha riempito poco e male l’area avversaria e, al contempo, ha lasciato nell’ultimo quarto di gara spazio alle ripartenze napoletane. La mancanza di un centravanti di ruolo, stante l’assenza di Higuain, penalizza il gioco juventino, ma non può essere una scusante valida a cui appigliarsi.
Il Napoli ha sì vinto solo ai rigori, ma si è fatto preferire ai bianconeri per la maggior efficacia della manovra. Importanti i movimenti tra le linee di Zielinski e soprattutto Fabian Ruiz, bravi a sopperire alla serata non strepitosa di Mertens e Callejon. La Juve, vistasi occupare la zona centrale del campo, ha preferito agire sui lati, senza mai dare l’impressione di poter essere pericolosa in questo modo. E a nulla sono serviti i cambi di Sarri. L’uscita di Pjanic (per un sempre più spaesato Bernardeschi) ha permesso a Bentancur di arretrare qualche metro e giocare da regista, senza però cambiare marcia ai suoi. Mentre Cuadrado non ha migliorato la situazione a destra, dove Douglas Costa (sostituito da Danilo al 62′) non ha brillato per efficacia. I rigori hanno solo certificato quel che il campo ha detto: il Napoli h ameritato la vittoria.