di Daniele Craviotto
Chi avrebbe mai detto che 13 mesi dopo la fine dello scorso campionato, Genoa e Sampdoria si sarebbero trovate nelle medesime acque agitate? Infatti, dopo 28 giornate, le due compagini genovesi hanno i medesimi punti (26) e una sola lunghezza di vantaggio sulla porta che apre alla “B”. Il mare è diventato burrascoso, situazione che entrambe stanno cercando da inizio stagione di abbandonare, ma ogni volta che sembra pronta la virata decisiva, la nave si incaglia. Problema vero è che quella che sta andando a delinearsi all’orizzonte ha tutta l’aria di essere una tempesta perfetta, che cela un abisso da cui potrebbe risultare complesso riemergere. I motivi sono semplici: sia i blucerchiati che i rossoblu devono ancora affrontare le due squadre subito dietro (Lecce e Spal) e quella immediatamente davanti (Udinese) e la speranza per entrambe è che i relativi dirimpettai facciano punti con queste (oltre a farli loro stesse) per evitare che i posti retrocessioni in palio raddoppino (da 1 a 2) e non sprofondare nell’oceano della cadetteria; inoltre si sono ritrovate, per adesso, abbandonate dai propri capitani di bordo: Quagliarella non ha ancora “remato” un minuto del campionato post Covid e la Samp ha finora sempre perso, mentre, per il Grifone, Criscito ha sbagliato il rigore contro il Parma, che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro e successivamente infortunarsi e saltare la delicatissima trasferta di Brescia (solamente pareggiata). Questi due uomini erano diventati la vera e propria ancora di salvezza prima dello stop, dove la rotta intrapresa sembrava quella giusta per approdare a porti decisamente più tranquilli. Ulteriori punti di condivisione stanno nel numero di gol fatti (3) e subiti (6), ma soprattutto il serpeggiare dell’idea che un’eventuale retrocessione possa costituire un possibile punto di svolta per due presidenze, logore e non più tollerate, aventi come unico scopo, secondo le tifoserie, il lucro dato dalle plusvalenze in cambio di anonimato o, peggio, sofferenza in campionato. Un vero e proprio ammutinamento che dovranno essere giocatori ed allenatori a dover far rientrare. Dunque, fatte queste premesse, Sampdoria e Genoa dovranno ritrovare il dna marinaresco tipico della città che rappresentano, pur non potendone contare come appoggio nei vari stadi, per non arenarsi a lungo in acque pericolose e con la speranza che quella Lanterna, che si contenderanno tra 3 settimane, contenga la sola luce della supremazia e non costituisca l’ultimo faro della permanenza nella massima categoria. Attenzione, perché questo strano 2020 potrebbe regalare un avvenimento mai accaduto in Liguria, cioè l’essere rappresentata da un porto da quello di Genova nel calcio che conta, ovvero quello di Spezia; basta questo per far capire come, nella Superba calcistica, la situazione sia da SOS immediato.