Roma: la società dei magnaccioni

Posted By on Set 25, 2020 | 0 comments


(di Giuseppe Porro)

“Fatece largo che passamo noi”…Chissà se Dan e Ryan Friedkin conoscono la grande Gabriella Ferri o il bravissimo Lando Fiorini. Se così non fosse sicuramente “la società dei magnaccioni” qualcuno dovrebbe fargliela sentire, e magari anche canticchiare, perché li c’è la chiave della romanità e della gestione della Roma in questi ultimi anni. Le castronerie viste sono tante, alcune rasentano il grottesco come l’ultima successa sabato sera a Verona che fa si che la compagine giallorossa faccia scuola anche questa volta, risultando sempre sul pezzo quando si tratta di “situazioni strane”.

La Roma
“Ma che ce frega, ma che ce importa”…questo è il mood giallorosso degli ultimi anni con errori della sfera dirigenziale in tutte le salse. Dall’avvento di Pallotta (ma anche prima) ad oggi sono cambiati tanti, troppi dirigenti, ed alcuni di questi erano doppioni degli altri, senza un ruolo definito o senza le competenze giuste. Insomma confusione su confusione che hanno fatto si che la Roma non arrivasse mai a dama, mentre adesso (e sembra che Friedkin sia indirizzato verso quella direzione) se si cambiasse tutto sarebbe più plausibile. Sfoltire, alleggerire e centrare i ruoli giusti di competenza senza ascoltare le voci della piazza, dove spesso ci si trovano troppe vedove che rimpiangono dirigenti che poco hanno dato alla causa (es: Balzaretti, Tempestilli o addirittura Monchi) anche perché il pasticcio di Verona è figlio di un uomo del direttore sportivo uscente, che non si è lasciato bene con la Roma, anzi è andato via sbattendo la porta. L’unico rimasto sempre in voga è Baldissoni “l’uomo dello stadio”, ma visto che lo stadio è ancora una chimera, la risposta della gestione degli ultimi anni la troviamo nella frase stessa.

I Friedkin
“A noi ce piace de magna e beve e nun ce piace de lavorà”...la cultura del lavoro è la base di tutto, i tifosi stanno già mugugnando contro la nuova proprietà rea di non aver avuto una strategia giusta sul mercato e non essere partita con il piede giusto, il resto lo abbiamo e lo stiamo vivendo in questi giorni. I Friedkin sono appena arrivati quindi sono gli ultimi da contestare e non basta mettere il nome (si parla molto di Totti in questi giorni) per far felice la piazza, ci vogliono le competenze giuste in ogni campo e su questo i Friedkin sembrano avere le idee chiare visto l’investimento oneroso fatto. D’altronde tutti vogliamo festeggiare e poter cantare…Pe falla corta, pe falla breve: “Mio caro oste, portace da beve, da beve, da beve”.

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