di Gianni Massaro
Nel pieno rigoglio delle forze. Da Trescore Balneario con veemenza ed ardore, a capitanare le rossonere una lombarda. Giacinti, lentina non va, Valentina, un moto quasi perpetuo.
Dalla provincia bergamasca a punto di riferimento del Milan, una viaggiatrice di successo, cresciuta nelle giovanili dell’Atalanta. Napoli, al Seattle negli Stati Uniti, poi il ritorno in patria: patria patria.
Niente Pro Patria, sceglie la Mozzanica, club in cui milita varie stagioni.
“Osa” persino laurearsi capocannoniere in tre differenti squadre: Mozzanica, Brescia, in cui gioca una sola stagione, ed infine Milan.
Una vita nelle sua regione, regina lombarda, ardente fiamma del gol sempre viva.
Si è sbloccata alla terza giornata, Pink Bari vittima.
Si è scatenata nel suo stile, arruffona, mai ruffiana, riempie di contenuti l’incontro, venendo incontro e soprattutto attaccando ferocemente la profondità.
Colpisce due legni, palo e traversa, rigore sbagliato e doppietta, ad impreziosire una miriade di movimenti; sblocca il match ai primi giri d’orologio, segna nella ripresa e si sbatte con abnegazione, creando tanto e di conseguenza sbagliando anche.
Ancheggiare minimo, maniere pragmatiche e semplici, lavoratrice d’attacco portata al gol, senza lesinare sudore.
Idolo Bobo Vieri, altro peregrinatore, possente bomber spesso filtrante con la Lombardia.
A differenza di Giacinti conclude a Bergamo, in veste orobica più volte, ben tre le occasioni in cui sposa la causa Dea.
Tre stagioni totali, un approdo e due ritorni nell’unica squadra in cui è tornato in un’occasione, ritornato, ben due volte come scritto.
Una pressione da gestire, in nazionale una media prolifica meno devastante, ma l’apporto quantitativo resta elevato.
Forse forze da gestire meglio, dosare per essere ancor più ficcante.
Anteposto l’altruismo, è generosità al potere; Giac si gira, certo scritto male, ma suono molto simile.
Per sincronizzare il tutto serve la fuoriclasse estrema, Vaveloce Giacinti è garanzia di sostanziosa completezza, seppur con tangibili limiti.
Difficile rimproverare qualcosa dopo oltre duecentoventi gol messi a referto alla regina lombarda, ad appena ventisei anni.