di Daniele Izzo
Ormai dall’anno scorso ‘Freed from desire’ è diventato un rito allo Stadio Olimpico, prima, durante e dopo la partita. Il biancoceleste dipinto nel cielo di Roma come la spennellata del miglior pittore, e l’ambiente laziale, in totale estasi, prima assuefatto e poi completamente rapito dalla canzone. Il tormentone che aveva animato le notti del sogno prima della pandemia, e sembrava un lieve sussurro dopo, è tornata a far sentir tutti i decibel nell’ultimo mese.
‘Libera dal desiderio’, la squadra è tornata ad esprimere il gioco consapevole, maturo ed efficace che l’aveva portata a metter in discussione il decennale dominio della Juve: in campo c’è armonia, c’è amore, c’è un dolce calcio novo nel quale la squadra fa cantare le gesta della palla, musa ispiratrice.
‘Liberi dal desiderio’, dal sogno, dalle stelle della Champions League, Immobile e compagni sono tornati a volare anche in campionato: quinta vittoria consecutiva e aggancio al Napoli a quota 34, in una classifica cortissima che giustappone solamente nove punti tra i biancocelesti e la vetta rossonera. La partita con il Sassuolo è scivolata via tra lo spavento iniziale, una reazione veemente e un secondo tempo insipido, che ha visto nel lampo del solito Immobile il pizzico di peperoncino giusto a vincer la gara. Gli errori di Akpa Akpro e Patric hanno inizialmente spianato la strada a Caputo, serpente neroverde sempre pronto ad avvelenare alla prima occasione. Da lì la Lazio si è svegliata, giocando un primo tempo iracondo, ai limiti del dominio, culminato con la zuccata vincente di Milinkovic-Savic. Nel secondo, complice una parvenza di stanchezza in entrambe le compagini, la noia l’ha fatta da padrone, almeno fino al 70’ quando Ciro Immobile ha trasformato in oro l’unica occasione pulita capitatagli tra i piedi. Vittoria.
La partita si conclude, come sempre, sulla note di GALA. In pochissimi possono adagiarsi sopra i ritmici versi in un Olimpico deserto, ma il risultato nella testa dei giocatori è lo stesso di un anno fa. La Lazio torna in corsa per tutti gli obiettivi. Torna dov’è liberamente autorizzata a sognare. E in questo idillio rinvenuto, ‘Want more and more’, come è possibile leggere tra le parole della canzone, diventa un obbligo morale. Unica precauzione? Rimanere ‘libera dal desiderio’. ‘Freed from desire’.