di Luigi Pellicone
CONTESTO STORICO – Il 1964 è un anno complicato per l’Italia (cade il governo e si deve eleggere il nuovo Presidente) e la politica internazionale. La Guerra fredda fra Usa e URSS trova sfogo nella campagna statunitense del Vietnam. Guerra anche fra Grecia e Turchia, che richiede l’intervento ONU. Taiwan interrompe le relazioni con la Francia che riconosce la Repubblica Popolare Cinese. In Brasile c’è il colpo di stato che consegna il paese ai militari: Branco diviene presidente. Nelson Mandela è condannato al carcere a vita. In Italia cade il primo governo di Aldo Moro e si sventa il golpe del generale Giovanni De Lorenzo. Luciano Liggio, capo di “cosa nostra” è arrestato a Corleone. La sua “eredita” sarà raccolta da Salvatore Riina. Muore Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista. 1 milione di persone ai funerali. Il sud Tirolo è nel mirino del terrorismo. Paolo VI incontra gli ortodossi dopo 400 anni, riceve Martin Luther King e apre la terza fase del Concilio Vaticano. Il 4 ottobre, a Firenze, si inaugura l’autostrada del Sole. L’URSS ha un nuovo segretario generale: Leonid Breznev. Gli USA confermano Johnson che conferma il via libera alle operazioni militari in Asia. La missione americana su Marte è un successo: la sonda invia 21 foto dal pianeta rosso. Dopo Natale, anche l’Italia ha il presidente della Repubblica. Giuseppe Saragat eletto dopo 21 scrutini!
IL TORNEO – L’edizione del 1964 è un trionfo sportivo e poltico della Spagna franchista. Le furie rosse attingono a piene mani dal Real di Gento, Di Stefano (benchè argentino, fu comunque convocato come oriundo) e Puskas. Direttore d’orchestra Luisito Suarez. Questa volta si parte in 28, ma senza la Germania Ovest, che vuole concentrarsi sui mondiali. Ci sono Italia e Inghilterra. La nostra avventura finisce agli ottavi di finale, per mano dell’Unione Sovietica. all’andata 2-0 ritorno all’Olimpico solo 1-1. Nel mirino della critica, Pascutti, attaccante dalle “polveri bagnate”. É l’inizio della fine per Fabbri, che lascerà dopo la sconfitta nel 1966 per opera della Corea del Nord. La Spagna, sebbene sia la più forte, soffre non poco contro l’Ungheria. Dall’altra parte arriva l’URSS che supera la sorprendente Danimarca. La finale si gioca il 21 giugno del 1964 a Madrid di fronte a 125mila spettatori. Un successo targato Villalonga che ha il coraggio e la personalità di lasciare fuori i “miti” Gento, Di Stefano e Puskas, affidandosi a gente che ha voglia di correre. Importante, oltre al risultato, il “disgelo”. Questa volta URSS e Spagna, capisaldi del comunismo e della destra, superano le barriere politiche e si affrontano sul campo, dando vita alla prima vera manifestazione pienamente “europea”.
Madrid, 21 giugno 1964
Spagna – URSS 2 – 1
Reti: Pereda 6′, Khusainov (U) 8′, Marcelino 84′
Arbitro: Holland (Inghilterra)
Spagna: Iribar, Rivilla, Olivella, Calleja, Zoco, Fusté, Amancio, Pereda, Marcelino, Suárez, Lapetra
URSS: Yashin, Chustikov, Shesternev, Mudrik, Voronin, Anichkin, Chislenko, V.Ivanov, Ponedelnik, Korneev, Khusainov
Madrid, 21 giugno 1964
Spagna – URSS 2 – 1
Reti: Pereda 6′, Khusainov (U) 8′, Marcelino 84′
Arbitro: Holland (Inghilterra)
Spagna: Iribar, Rivilla, Olivella, Calleja, Zoco, Fusté, Amancio, Pereda, Marcelino, Suárez, Lapetra
URSS: Yashin, Chustikov, Shesternev, Mudrik, Voronin, Anichkin, Chislenko, V.Ivanov, Ponedelnik, Korneev, Khusainov