di Michele D’Alessio
Il rapporto tra il Milan e la Coppa Italia non è mai stato molto
stretto. Sono soltanto 5 i trofei nazionali in bacheca, e l’ultima
vittoria risale al 2003.
In particolar modo, colpisce come il trionfo di tredici anni fa sia
l’unica volta in cui il Milan nell’era Berlusconi, dal 1986, abbia
portato a casa questa coppa, da sempre considerata minore rispetto
agli altri palcoscenici a cui era abituata la società rossonera.
Negli anni novanta il Milan lasciava le briciole alle altre squadre,
conquistando ben 5 coppe dei campioni fra il 1989 e il 2007. Oggi la
musica è diversa. Il Milan è reduce da una stagione iniziata male e
finita peggio, col povero Brocchi che sembra avere in mano qualcosa
più grande di lui, e che già aveva fiaccato uno come Mihaijlovic,
silurato per volontà presidenziale.
Ma l’ex tecnico della primavera ha una gigantesca occasione davanti a
se: poter riportare la Coppa Italia a Milano, chiudere dignitosamente
una stagione complicata e salvare la sua panchina per la prossima
stagione. C’è da battere la corazzata Juventus in finale, proprio come
accadde a Manchester, proprio nel 2003.
Come detto, è dal 2003 che il Milan non conquista la coccarda
tricolore. La squadra di Ancelotti si era classificata terza in
campionato alle spalle di Juventus e Inter e si ritrovò di fronte la
Roma di Fabio Capello reduce da un campionato non esaltante. Le
partite di andata e ritorno si giocarono a cavallo della finalissima
di Champions League, e così il capitano Paolo Maldini poté sollevare
due coppe nel giro di pochi giorni.
All’andata il Milan ipotecò la Coppa. All’Olimpico di Roma la squadra
di Carletto Ancelotti si impose per 4 a 1. Il gol del vantaggio però
fu dei giallorossi, con una sassata di Totti dai 25 metri su punizione
dopo 28 minuti.
Al quarto d’ora del secondo tempo l’arbitro Paparesta fischia un
rigore per un fallo di mano di Panucci: Serginho freddo pareggia i
conti. Il Milan rompe l’equilibro con un colpo di testa di Ambrosini
che trova la deviazione di Zebina e finisce in gol.
Il 3 a 1 è opera ancora di Serginho, capace di scattare sul filo del
fuorigioco e bruciare Pelizzoli.
Quasi a tempo scaduto è una giocata da campione di Shevcenko a mettere
in cassaforte la Coppa Italia per il Milan.
Il ritorno a San Siro è poco più che una formalità. Ciononostante la
partita è vivace e spettacolare soprattutto nel secondo tempo. Totti
la sblocca ancora con un calcio di punizione. E sempre una punizione
da lontano alimenta le illusioni giallorosse andando a raddoppiare.
Due trasformazioni stupende, al punto tale da strappare l’applauso di
tutto lo stadio.
E’ un altro campione però a riavvicinare il Milan al trofeo. Trattasi
di Rivaldo che da pochi passi di testa raccoglie un assist di Serginho
e trafigge Pelizzoli.
C’è un ultimo brivido che chiude le speranze della Roma. A dieci
minuti dalla fine Delvecchio colpisce la traversa. In pieno recupero è
Pippo Inzaghi a timbrare il pareggio contro una dignitosissima Roma,
rimasta in doppia inferiorità numerica a causa delle espulsioni di
Cassano (famoso gesto delle corna all’arbitro Rosetti) e Totti (doppia
ammonizione).