Non il calcio che sognavamo da piccoli..

Posted By on Apr 19, 2021 | 0 comments


di Gianmarco Pone

 

La bellezza di certe partite, come PSG-Bayern, sta anche nella loro unicità.
Se il vostro compleanno cadesse ogni settimana, invece di una volta all’anno, non avreste lo stesso desiderio di festeggiarlo.
Si sta creando un qualcosa in cui non c’è più spazio per il piacere dell’attesa, ma per l’immediatezza di contenuto.
Qualcosa che non va più meritato sul campo, come ci hanno insegnato i nostri genitori, ma che viene preteso.
Amiamo il calcio per poter vivere favole come quella del Leicester di Ranieri, per vedere realtà piccole come l’Atalanta sognare l’Europa, per i piccoli movimenti che sognano ad occhi aperti.
Il calcio è uno sport popolare, che appassiona proprio perché è di tutti.
Perché il calciatore di prima categoria può sentirsi, per un attimo, al pari di Cristiano Ronaldo, per indossare le stesse scarpe, o per l’acconciatura identica.
Il calcio è bello perché parte dalle lattine in strada, dalle maglie usate come porte.
Lo amiamo perché è universale, possiamo trovarlo in ogni angolo del mondo.
Perché è uno strumento sociale che ci aiuta a combattere le piaghe della nostra società.
Perché fa venir meno quelle barriere superficiali che ci portiamo dietro da tempo.

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