(di Giuseppe Porro)
Quante volte avete sentito o proclamato la frase “abbiamo resuscitato i morti” quando la vostra squadra del cuore (in questo caso parliamo di Roma) perde con una compagine in difficoltà o inferiore in quel momento.
In questo la Roma fa scuola ancora una volta, nell’anno dell’incertezza calcistica tra una semifinale europea che ha rischiato di saltare ed una Super League che doveva rivoluzionare il calcio ma è durata come un gatto in tangenziale, la certezza e che il posto Champions League è definitivamente perso.
La chiave di questa esclusione e la scarsità del nostro calcio negli ultimi anni, che vede la Roma come “resuscita” scarsi, una cosa che ha dell’incredibile, ma facciamo un passo indietro.
Euro 2016, l’Italia rappezzata di Antonio Conte disputa un grande europeo conquistando il suo girone, arrivati ai quarti di finale si gioca contro gli acerrimi rivali di sempre, ovvero la Germania.
La partita termina in parità ed arriva la lotteria dei rigori, due calciatori italiani si renderanno protagonisti in negativo che li consegnerà all’esilio, Pellè e Zaza.
Pellè fa il verso all’ufficiale tedesco Nueuer mimando un cucchiaio alla Totti ma l’effetto è quello di un cucchiaino al cioccolato dentro un caffè, Zaza invece prende una rincorsa lunga e per certi versi ridicola che già prevedeva l’esito del rigore.
Finisce mestamente l’avventura europea dell’Italia di Conte e i due protagonisti finiscono nell’oblio. Pellè in Cina, e Zaza al West Ham (e poi Valencia). Poi il ritorno in Italia, Parma e Torino pronte ad accoglierli.
Parma e Torino relegate alla bassa classifica, e destinate a lottare per la salvezza, ma arriva la Roma che lotta per un posto in Champions League, ed ecco che riecheggia la frase “abbiamo resuscitato i morti”.
La Roma perde con entrambe le compagini portando alla ribalta i reietti Pellè e Zaza autori dei gol condanna Roma, gol che relegano la Roma al settimo posto attuale cambiando un trend che vedeva i giallorossi sempre vincitori con le squadre della seconda parte della classifica.
Ora non resta che l’avventura europea, per dimenticare in fretta Pellè e Zaza, ma soprattutto la frase che accompagnerà la Roma putroppo sempre, ovvero “abbiamo resuscitato i morti”.