di Gianni Massaro
Blasone e innovazione, le bianche vele usuali e le inedite leve della capitale francese, un club sontuoso da inizio Novecento, altro proiettato in una fondazione vista duemila.
Real e PSG sono due delle illustri deluse nella stagione 2020-21, considerando il cammino e la struttura ingente posseduta.
Dopo tre Ligue 1 consecutive vinte a mettere il bastone tra le ruote ai parigini è il Lille, Verratti e soci nei precedenti otto anni avevano accumulato titoli su titoli in patria, col solo Monaco di Leonardo Jardim nel 2016-17 a interrompere la monotonia della cavalcata griffata Tour Eiffel.
Radamel Falcao e Mbappé gioielli luminosi nel principato, e tra i vari interpreti da annoverare l’allora sfavillante Bakayoko e un più giovane Glik.
Il Lille scrive una grande pagina, con un pirata del gol come Burak Yilmaz molto pimpante e un tessuto di gioco ottimo. Prevalgono su campionissimi del calibro di Neymar, Mbappé, Di Maria, Marquinhos…
Squadra che perde due piccioni con una fava la corazzata da massiccia presenza sudamericana, con un girone in Champions non semplice e un avanzare arduo che la vede impegnata con United e Lipsia prima, e in fase ad eliminazione diretta con Barça agli ottavi e i campioni in carica del Bayern ai quarti. Spedire metaforicamente marziale, Neymar ispirato, il brasiliano sempre con qualche problema fisico ma presente nel 2021 al divampare della fase calda stagionale. Ricama maggiormente, Kylian invece lacera e insacca a ripetizione, va al sodo; due calciatori offensivi da grande intesa e in grado di strappare il comando da Pallone d’oro al tandem Messi-Ronaldo.
La strada pare spianata per una bissata finale raggiunta, il City penultimo scoglio.
Uno a due per gli inglesi al Parco dei Principi, il francese ex prodigio del Monaco mancherà al ritorno, dove il City con un’organizzazione universitaria e un possesso palla in anestesia detiene la sfera e spegnerà le speranze transalpine.
2 a 0 al ritorno, Mahrez in gran spolvero a prendersi le copertine, e un infreddolito Mbappé in panca ad assistere ad un ulteriore rimandare di somma gloria con squadra di club.
Finale in salsa inglese, tra i protagonisti Citizens figura un ex dei grandi ‘usurpatori’ monegaschi, tra quelli abili a porre una nota diversa nell’arco di otto campionati francesi (2013-20), cioè Bernardo Silva.
Degnamente emulato nel campionato appena concluso dai connazionali Renato Sanches e l’esperto José Fonte, autore quest’ultimo di tre reti in Ligue 1, pesantissima quella utile al 2 a 1 sul Bordeaux, e un altro colpo di testa ha fruttato un punto quasi allo scadere contro lo Strasburgo alla ventisettesima: per farla breve macigno realizzativo dalla difesa spedito in fondo al sacco dal portoghese classe 1983.
Al PSG dunque restano bricioline, in una Champions nel complesso piacevole seppur non esaltante come quella ugualmente con finale tutta british 2018-19.
Un colombiano e un brasiliano, un tedesco e un inglese, nessuna barzelletta, queste le nazionalità dei quattro capaci di pungere in Europa il City, solleticarlo anzi, prima della doccia gelata sancita dai piedi di Havertz. Di Borussia in Borussia scacciata la maledizione del muro dei quarti, i ragazzi di Guardiola sono volati spediti alla loro prima finale: imbattuto nella competizione prima dell’incontro decisivo, un solo pareggio con l’ostico Porto;
mentre il Chelsea ha il mal di Francia, Guirassy, Cabella e Benzema tre dei quattro bravi a pungere gli uomini di Lampard prima e Tuchel poi nel cammino che ha portato agli ultimi novanta minuti.
Nel 2021 Karim si affianca alla superba prodezza acrobatica inutile ma vittoriosa di Taremi nel campo neutro di Spagna ai quarti. L’iraniano dei Dragões subito a segno con la Juve negli ottavi, e a tardo recupero contro i britannici londinesi.
Ad attendere Pep dunque non è stato il vecchio rivale madridista, bensì l’intenso Chelsea di Tuchel. Aria di buone novità, senza il peso della tradizione, alla prima finale i ragazzi capeggiati da De Bruyne (eccetto Gundogan), con Real e Psg out giunte con qualche acciacco in più nelle semifinali. No alibi, per i Blancos dominio nell’ultimo decennio sparpagliato tra vittorie ispaniche e missioni euro-mondiali, con coppe in quantità le Merengues possono tollerare qualche pausa palingenetica.
Il PSG orfano di Ligue 1 2020-21 e senza ammirare neanche una Champions in bacheca avrà un boccone molto più amaro.