di Gianni Massaro
Era giunto nell’estate 2019, Max lasciava la Juve e ‘Tunen’ doveva interrompere la nenia bianconera, della ex amata Juve.
Un Everest da scalare, in groppa alla nerazzurra creatura serpente Beneamata Conte;
acquisti stilati, calciatori su calciatori, oniomania sia: Sensi, Lazaro, Godin, Barella, Lukaku, Sanchez, Biraghi citandone molti. Ad agosto 2019 la Serie A è sprovvista di Allegri e Spalletti si cimenta solingo nel cantico contadino-bucolico. I risultati sulla panca interista fanno ben sperare, la doccia fredda dell’eliminazione in Champions provoca tensione. Così a gennaio un totale acquistare in salsa agonistica, tre calciatori dalla carriera preminentemente a sfondo Premier League, Moses arriva dal Fenerbahçe, l’Hamiltonino A.Young dallo United ed Eriksen dal Tottenham. A fine stagione amarissimo Conte, secondo ad un solo punto dalla Juve seppur all’ultima giornata l’avversaria già sicura del titolo. È impazzata la pandemia, le fasi finali delle coppe europee avranno i verdetti roventi durante l’estate.
E l’Inter bravissima ad arrivare in finale di E.League, però seconda ugualmente.
Cosa dovrà farsene Antonio di zeru tituli? Niente. Tutto rimandato al campionato seguente.
Ritorna Perisic, acquistato il turbo letale di fascia Hakimi, Kolarov a riempire slot difensivi, specialmente Antonio punta su due calciatori già allenati qualche anno prima: l’ex Milan Darmian e l’ex Juve Vidal.
Le mosse giuste sugli esterni, Hakimi spina nel fianco efficace e prolifica. Darmian utilissimo valore aggiunto nel torneo e Perisic valido elemento all’interno di un meccanismo che va ben amalgamandosi tra fine 2020 e nel 2021.
Con l’arbitro ‘Always him’ pareva compiersi l’escatologia bauscia, Maresca arbitra il pareggio a reti inviolate a Udine saturo di vena astiosa. Il 2021 una favolosa marcia, all’espertissimo Ranieri durante il mese di gennaio all’imbrunire del girone d’andata riesce la piccola grande impresa sconfiggendo l’Inter così come a maggio il novellino Pirlo batte i rivali dopo averli sconfitti pure nella seconda delle quattro sfide stagionali (vittoria a Milano nell’andata di C.Italia).
Il tricolore tinto di nerazzurro dopo oltre un decennio, mica male per Antonio. Dopo nove anni aveva ridato alla Juve il titolo di campione d’Italia nel 2012, nel 2003 festeggiava in campo diversi successi nonostante le presenze in calo.
A nove anni dalla rinascita juventina firma quella quella interista, sull’orlo del decennio, e subito lasciando.
Non c’è Cuadrado di mezzo nell’occasione (ci sono il prediletto Lukaku e il fido Hakimi in uscita) ma presumibilmente la sola semplice divergenza di prospettiva con la società.
Difficilissimo allenare la Beneamata affermò il tecnico pugliese. Iper zelante nei dettagli ha optato per il Veni Vidi Vici senza porre i talenti al di sopra del collettivo.
Scudetto fatto e tanti saluti, col successore toccherà capire in quale quantità abbiano inciso i martelli quotidiani di A.C. Un’ allettantissima opportunità fornita a Simone Inzaghi.
Celere estollere di Conte, solleva e festeggia a pieno solo a matematica acquisita, Il gruppo come fede indefessa.
Tribolato cammino biennale nel segno della forte presenza contiana in dichiarazioni e dettagli. E da evidenziare il distacco da un collega in sfide di altissimo livello, gare di vertice tra Allegri e Conte assenti da 2011-12, un decennio, quando uno lascia l’altro è pronto alla ‘guerra’ pallonara.
E pure nel 2021-22 sarà assente lo scontro tra Super A.C Accipicchia leccese e l’Acciughina Accipacchia livornese meno aspro ed arcigno, meno ma no non arcigno…
‘Tunen’ e Max si danno il cambio come allenatori in panca, pragmatici e vincenti invisi ai ferventi esteti calciofili.
Due come loro contro in una stagione offrirebbero verdetto più chiaro, il coniuge peninsulare galeoncino cresciuto o il Mazzapicchiarello desideroso di nuove sfide per il continente e globo?
Difficile decretare il migliore tra i due restando al 2021.