Nicola Ciacciarelli
Niente da fare. Nemmeno alla quarta giornata la Juventus centra l’appuntamento con la vittoria in campionato. Erano sessant’anni che Madama non vinceva nessuna delle prime quattro gare del campionato. In vantaggio al 4′ con un perfetto contropiede, iniziato da Dybala e finalizzato da Morata, i bianconeri sono raggiunti dal Milan ad un quarto d’ora dal termine grazie al colpo di testa di Rebic. Eppure per più di un tempo si era vista un’ottima Juve, padrona del campo, sempre prima sulle seconde palle e capace di rendere inoffensivo il Milan. La Signora ha giocato una gara di carattere, sicura, prendendo sempre la scelta giusta in occasione delle ripartenze. Grave difetto però non riuscire più a far male al Milan, che poco a poco è salito di tono cominciando a stazionare sempre più spesso nella metà campo avversaria, sfiorando l’incredibile ribaltone nel finale con Kalulu fermato stavolta da un grande intervento di Szczesny.
I bianconeri confermano qualche miglioramento, perlomeno nell’atteggiamento e in alcune nuove trame di gioco. Come ad esempio una maggior interscambiabilità tra i giocatori ed un maggior movimento senza palla. A preoccupare però è il fatto che questa squadra non riesca a far la partita per 90 minuti e subisce costantemente il contraccolpo psicologico del gol subito. Come ad Udine e Napoli la Juve è stata rimontata e, dato inquietante, non ha mai segnato in nessuno dei secondi tempi di questa stagione. Evidente il calo di una squadra che sembra spendere tante energie nel primo segmento di gara, quasi troppe. Aggiungeteci i 5 gol subiti nei secondi 45 minuti contro una sola rete al passivo dei primi e i sospetti di una squadra sul pezzo solo in parte diventa certezza.