Diverse per essere uguali

Posted By on Set 22, 2021 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

La musichetta celebre infrasettimanale torna, il mercoledì di metà settembre promette spettacolo.
Intanto il giorno prima la Juve si sbarazza alquanto facilmente del Malmoe, la ‘Goeba’ dallo spirito gabbano (e militaresco) non gabbato. Unica delle 4 italiane a vincere, certamente nella più semplice delle sfide, in un’era ove non spesso è fucato ogni dubbio ma tanto fucata ogni carestia: il pallone belpaesano con 7 firme nella Champions prive di calciatore italiano.
La salsa del mercoledì pienamente milanese, in due sfide sontuose contro Liverpool e Real.
Destino intrecciato per Inter e Milan contro due delle più prestigiose squadre, le due fuori dall’Italia accorpabili in un triumvirato nella competizione regina europea insieme al Bayern.
Il gioco comme ci comme ça nei rossoneri ma stesso esito, due sconfitte. Ancor più amara quella interista, sotto i colpi dei cambi, Seedorfino Camavinga e Rodrygo a mandare in rete, etereo DNA Blancos fino alla fine juventino applicato in campo europeo.
Menomale trattasi di uno dei Real meno dirompenti del nuovo millennio, la Champions musica differente.
L’Inter crea e propone ma Courtois è un’ubriacante parete mobile (aut aut ineluttabile) tornato ad elevate prestazioni dopo periodi incostanti.
I tifosi interisti speranzosi e rammaricati.
Al Milan va meglio, lecito attendersi di tornare all’Anfield a mani vuote e piedi stanchi.
Il Liverpool pare distrugga i rossoneri, salvati da Maignan, da un solido duo di difesa, un pizzico di sorte e da una corale vena ormai ben amalgamata in 2 minuti prossimi alla fine del primo tempo la ribaltano.
Vari volti nella sfida e i dettagli a fare la differenza. Concretezza davanti, faticando la diga di mezzo Kessie e molto Bennacer.
Ai ragazzi di Pioli il merito di aver tenuto in bilico il risultato sino alla scadere nonostante la supremazia Reds, intensità incredibile e giro palla fluidissimo.
La sfiga colpisce la triade dietro dei più brillanti milanisti, Tomori nel mettere tante pezze causa il primo gol con una sfortunata deviazione, l’angolo dove nasce il 3 a 2 con Bennacer a rinviare in maniera non eccelsa ‘COLPA’ di una delle molteplici chiusure provvidenziali di Kjaer.
Quando i gol nascono anche su preziose giocate difensive poi risultate dannose l’andamento par evidente.
E sul due pari un po’ titubante Maignan restando in porta lascia a Salah maggior tempo spazio e modo di pensare.
Il francese non al meglio fisicamente dopo uno scontro.
Il Liverpool arremba, la squadra che l’ha eliminata ai quarti della precedente edizione più sorniona e perfida. Il Milan e l’Inter presumibilmente hanno valori da quarti nella migliora delle ipotesi, quasi utopia andare più avanti considerate le avversarie.
I segnali incoraggianti e i cambi diversamente utili, Dumfries fatica troppo e gli altri non riescono ad incidere nell’Inter, un po’ più di brio le sostituzioni di Pioli.
All’Inter la stoccata non arriva, Dzeko e Lautaro presenti ma blandamente famelici nell’area.
Brozovic metronomo faro e foro con un bel guizzo sfiora l’orogenesi nerazzurra,
Skriniar ara et labora da baluardo granitico.
Alla fine però le giocate incidono, in 3 tocchi superbi il Real conquista il massimo bottino, un secondo di distrazione.
Il pari ci stava, e come se ci stava.
Il Liverpool grazie alla mirabile conclusione di Henderson riscrive una partita spesso dominata ma in equilibrio sul tabellino.
Diverse prestazioni e caratteristiche, destini intrecciati di Inter e Milan col Real e Liverpool vanno incontro alla stessa solfa.
Ed è un peccato per come si erano messe le sfide.

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