di Gianni Massaro
Mourinho a Roma, su un ramo che può espandersi a corteccia o ritrovarsi depositato sul fondo di una botte di vino: feccia.
L’interesse alto, vari i nodi, uno su tutti, e sfocia fulmineo nella terra di ‘Hoooland’, la Norvegia.
C’è modo e modo, c’è modo e Bodo, super tonfo difficile da digerire. Lapidarie ed essenziali le analisi dinanzi a un risultato così pesante, con una squadra non irresistibile schierata, contro una formazione da scarsi tratti titanici: 21 ottobre 2021, all’Aspmyra Stadion sotto 6 a 1 l’inverno arriva con due mesi d’anticipo per i romanisti. Glaciale.
In campionato ok, la Roma lotta senza stramazzare, facendo un paragone con la Lazio l’andamento appare più saldo e costante, 0 le sconfitte della Magica con più di un gol di scarto in A.
Spettri lontani, spettro unico: c’è modo e Bodø di perdere. La Lazio non segna con Milan e Bologna e ne prende 2 a San Siro e 3 persino al Dall’Ara.
Vince 3 a 1 con l’Inter e nel turno successivo, a distanza di sol 8 giorni perde 4 a 1 col Verona di Tudor.
Alla dodicesima si ritrova però con 2 punti in più, stessa differenza reti con una fase offensiva efficace e dietro più traballante.
La Città Eterna si auto elimina dal resto, stralcia la concorrenza, non si allontana dal fiuto dei mugugni e si stralcia dagli altri. La meditata strafottenza del tecnico portoghese può essere un’arma aggiuntiva, il processo pare abbastanza lungo se non assai.
Cocchio per cocchio Roma e Lazio, il tutto si ingigantisce, acuisce e inasprisce, un caro carro da ‘guera’ in passato extra remoto utilizzato.
La rosa attuale a disposizione di Mou non può essere privata di molti pezzi, la carenza sondando la profondità è palese se si vuol concorrere a pieno regime per quello che riguarda il podio. Quello di Mou gioco coi ciocchi, il pezzo di legname da ardere è grosso: non sarà subito nera, lauto l’ingaggio.
Non sarà subito produttivo.
Un falso ruggito in attesa di uno vero.
Un effettivo muggito scelto in via comunicativa.
In gestione abbiamo un Mou alquanto anti Mou, giocando sui contrari e sempre sulla maschera, vede lungo il buon José.
In gestione tanti i giovani da svezzare o da portare al pieno completamento, il celebre salto di qualità.
Tra le squadre più giovani, Mou attraverso il canale prediletto col suo credo a preparare per i prossimi anni e allevare i capitolini puledri scalpitanti inesperti nonché alleviare le arrabbiature dei tifosi a secco di trofei da tempo.
La Roma giovane si mette imberbe a nudo, avanza adagio più che ad agio.
Solo una volta centrati 3 successi di fila in campionato, poi dalla quarta giornata con la sconfitta a Verona ha iniziato a zoppicare.
Tutto il contrario di putto, la Magica dalle virtù discontinue ed irrequieta è immersa nelle incertezze e sotto il segno della pazienza.
Puttino giallorosso fanciullesco in attesa di diventare titanica figura maschile possente d’atlante.
Puttini vogliosi di diventare stampo Luca della Robbia, artista del Quattrocento meramente dedito al classicismo abile a forgiare opere in grado di resistere encomiabilmente nel tempo.
Intanto la Roma deve continuare a costruire tra la smania di porsi come minimo tra le prime sette e i timori di un ulteriore club incursore spensierato e dalle minori pressioni.