Napoli: torbidi orizzonti poi morbidi. La colpa del Gasp che continua a presentare canzoni nel ghiaccio…

Posted By on Apr 7, 2022 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Torbidi orizzonti e a Bergamo pensieroso Koulibaly scruta l’orizzonte nelle fasi iniziali, pare già roso dalla stanchezza con un Napoli in difficoltà nei primi dieci minuti.
Scalvini ad aiutare Palomino e Djimsiti, in mezzo la storica coppia batavo-elvetica De Roon Remo e avanza il più fresco getto composto da Koopmeiners e Malinovskyi con Zappacosta ed Hateboer a rimpolpare l’essenza olandese. Davanti il disperso Muriel dal fiuto cecchino scarno, il Napoli rabberciato ma non troppo per quello che è l’andamento di standard stagionali va con Zanoli terzino destro e Mertens di punta a rilevare lo squalificato Osimhen oltre all’assenze di Rrahmani rimpiazzato da Jesus. Una squadra coriacea e compatta quella messa in campo da Spalletti, all’inizio però sono vari brividi e leggerezze. Koulibaly va di insoliti errori e i padroni di casa non ne approfittano: tanti i varchi a lungo andare sciupati. Napoli modicamente fortunato e tanto bravo nel saper cogliere la scia micidiale, vittoria da squadra di alto livello aguzzando l’ingegno: machiavellica ricopertura. 19 tiri in tutto della Dea di cui solo 3 verso la porta azzurra mentre di appena 6 campani solo uno non va nello specchio. Tanti sbagli in uscita via via attenuati, Zielinski morbidino si affanna e arranca nella crudele morsa nerazzurra; la corposa occasione l’ha di testa Malinovskyi e Ospina attento la mette in angolo. I mastini De Roon Freuler si fanno sentire tra i migliori degli atalantini, gli azzurri tenui all’ improvviso si accendono. Sulla destra uno dei due protagonisti che ha acceso qualche fiammella sulle leve future di difesa del Paese, Zanoli e Scalvini protagonisti con Paris dell’Empoli altro prospetto interessante oltre al già consolidato Bastoni tuttavia appena ancora un classe 1999.
L’uomo che non t’aspetti il carpigiano Zanoli, affonda e d’antenne sollecitate imbuca verso Mertens. Musso amante della propria porta esce e la massima sanzione viene comminata, il cammino si spalanca quando fino a poco prima l’Atalanta si era mostrata d’aria pulita, aria tersa e il Napoli con l’aria tesa del grande difficile test, simply the test. Oltre 3 anni dopo il Napoli torna a vincere a Bergamo, Zanoli valido e Mertens vispo: Insigne lucido e preciso segna. La fluida manovra capeggiata e permessa sopratutto dall’efficiente lavoro dei 2 inossidabili mediani porta a una versione pimpante. Remo di tiro pungente si rende pericoloso, non di molto fuori su una trama buonissima. Il vantaggio ottenuto al 14’ si rafforza prossimi al 40esimo sull’asse esterno al centro del campo. Punizione guadagnata da un formidabile Lobotka. Egregio.
Batte Insigne e Politano di schema veloce esulta sapido al volo con un gol da console tecnologica. Lì la partita si indirizza decisamente. Nell’Atalanta da plaudire il giovane Scalvini molto intraprendente e pericoloso inoltre su calci d’angolo di testa.
Miranchuk e Boga cambi a smuovere l’inerzia d’intervallo e se il primo regala l’assist per l’inzuccata di Marten male Jeremie. L’Atalanta all’ora di gioco accorcia le distanze con inserimento da manuale dell’olandese. L’attacco manca tremendamente e non è solo l’assenza di Zapata, nelle ultime 10 appena 8 reti di cui la metà alla Samp. Boga largo non disinteressato alla manovra ma incapace di tessere il proprio miglior calcio pizzica pochino e a 15’ dalla fine un suo tiro discreto messo in angolo da Ospina: può far meglio. Quello ultimi strappo della partita, come per Zakaria in Juve Inter solo che Elmas dall’altra parte la sigilla riportando all’ottantesimo il doppio vantaggio, capace giova dell’assist dell’altro entrato Lozano. Lobotka magistrale, le raffinatezze di Anguissa meno, squadra di sostanza ritrova un saldo appiglio in Koulibaly dopo il travagliato avvio. Da sottolineare le attente coperture, diagonali e giocate di Mario Rui utile frequentemente alla causa. Atalanta un po’ troppo filo Barcellona dà l’impressione di voler andare con la palla in porta o quasi. Tanti complimenti, idee e applausi per Gasperini. E un unico difetto, macro difetto: difettone.
La strana filosofia del Gasp con Musso portiere bravo e da riflessi spesso notevoli tra i pali ma deludente e tentennante fuori dall’area piccola, tentennantissimo.
Disk Jockey da Champions Gasp nel pomeriggio domenicale del 3 aprile si trasforma in Disk Hockey nel connubio Musso, portiere forse lusso l’argentino in alcuni frangenti per quello che è il modo di giocare bergamasco.
Portiere sempre più lontano dai pali in fase di possesso palla abile a giocare coi piedi e fuori area, lo stesso Gasp pare vertesse in quella direzione a meno che non volesse fungere da specchietto per le allodole. A LOT OF SHAPES AND SOME SHADES. A Bergamo non una stagione da dimenticare aspettando l’Europa League ma certo meno buona rispetto alle recenti scalate. Un grado all’ombra al Gewiss, due grati all’ombra che prendono il nome della diga motoria Marten e Remo. E tre assetti grami al gelo azzurro risplendente di cinismo. Djimsiti in difficoltà così come Palomino che fatica accanto a Scalvini autore di una prova migliore, Musso è la delusione distante dai pali.
Il Napoli vince una partita che spesso non avrebbe vinto negli ultimi anni e dimostra di essere maturo anche quando l’avversaria segna.
Rinserrate le due linee strette e diligenti, si va a molteplici collaborazioni senza la punta, Zanoli per Mertens con Insigne realizzatore e poi propiziatore. Politano faticatore e marcatore, le forze fresche assistente e pungente rispettivamente, da Lozano al macedone Eljif. Molteplici meriti a Spalletti per una squadra non andata a segno solo una volta nel nuovo anno e miglior difesa del torneo.
In un anno in cui la capolista mai se ne va Spalletti si pone bastone tra le ruote milanesi, placido , espressivo e rivoluzionario sobillatore sibillino di forze residue e di risvegli primordiali.

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