di Daniele Craviotto
Alla fine di quasi 100 minuti, la Lanterna ha scelto il colore per illuminare la stracittadina questa stagione. O meglio: lo ha riconfermato. Il Doria, infatti, fa suo anche il derby di ritorno. Una sfida da mettere i brividi con i blucerchiati ancora bruciati dal sanguinoso pari del Bentegodi. Critiche al mister, non tolleranza per una squadra che non si applica e che si è messa in una situazione drammatica. Dopo il derby arrivano tre battaglie proibitive. Infine la società sbattuta in prima pagina della sezione genovese, in alcuni quotidiani, come possibile non iscritta al prossimo campionato. Questo è il quadro che si presentava alla vigilia del derby forse più carico, emotivamente, da tantissimi anni. Una sorta di spareggio. Ma questo contorno non ricorda qualcosa? Sì proprio quello di andata. Quella volta: arresto del presidente, briglie sciolte e fermento al cospetto del riscoperto granitico Grifone statunitense. Non solo. Torna l’ennesimo leimotiv della stagione doriana. A un passo dal fine, quando tutto fa pensare a un crollo definitivo, arriva l’infilzata che riapre tutto. Il Baciccia fa questo e anche di più. Restituisce, infatti, con gli interessi al Genoa quell’indigesto derby di Boselli di ormai 11 anni fa. Il gol di Sabiri con esultanza spavalda (che ricorda quella di Gabbiadini all’andata) è un macigno e forse una sentenza. Nulla, però, rispetto alla quasi pietra tombale che viene lanciata, insieme al pallone respinto, da Audero allo scadere. Come ammesso dal portiere italo-indonesiano, autore non solo di un bel gesto tecnico, ma pure sportivo nei confronti di chi ha neutralizzato, un epilogo così nemmeno nei suoi sogni sembrava possibile. La luce si è riaccesa a Bogliasco, ma il porto per il Marinaio doriano non è ancora raggiunto. I punti sono buoni, ma non ancora sufficienti. Ora ci vorrà l’audacia che Audero ha mostrato su quel rigore. Prendere punti nella Roma biancoceleste sembra atavico. Spesso le reti lanciate dai marinai genovesi, da gennaio 2005, sono state squarciate dai gladi laziali. Ma l’obiettivo è inaspettatamente vicino. C’è la fine del tunnel da affrontare. In più da ieri c’è una Lanterna illuminata di blu-cerchiato pronta a mostrare l’irta strada. Ora tocca alla Sampdoria decidere se fArlo per riuscire nella sua impresa.