Pasquale Pollio
E’ trascorsa poco più di una settimana dalla retrocessione del Cagliari, ed è corretto provare a fare delle valutazioni a mente fredda su una retrocessione annunciata, perché è indubbio che questo disastroso epilogo è figlio di almeno due anni di errori continui perpetuati dalla dirigenza del club, tutto ebbe inizio con l’inspiegabile mancata conferma di Zenga, per portare sulla panchina rossoblù Eusebio Di Francesco tenuto in sella sino ai limiti dell’autolesionismo, per poi chiamare al capezzale di una squadra destinata alla retrocessione Leonardo Semplici, unico tecnico che accettò la “Mission Impossible”, missione portata a termine con una cavalcata finale impressionante, ma il tecnico non era entrato nel cuore della dirigenza ed allora dopo solo tre giornate di questo campionato, e dopo una campagna acquisti quantomeno discutibile, a partire dal mancato accordo con il Ninja, si decise di sollevarlo dall’incarico per consegnare le chiavi della squadra a Walter Mazzarri che riuscì nella difficile impresa di chiudere il girone di andata con soli dieci punti, e probabilmente in quel momento la dirigenza si sarebbe dovuta rendere conto dei rischi che stava correndo, niente da fare ed avanti con Mazzarri, perché le colpe della totale mancanza di gioco non erano ascrivibili al tecnico ma ad un paio di giocatori rei di aver fatto non si sa cosa, si decise di “cacciare” in malomodo Godin e Caceres, due giocatori di grande esperienza che, con il senno di poi, forse avrebbero fatto comodo alla causa rossoblù, poi a tre giornate dalla fine il capolavoro del club a stagione oramai compromessa, via Mazzari e panchina affidata al tecnico della Primavera Agostini a cui venne chiesto di ripetere il “Semplici” miracolo, e nonostante la stagione a dir poco disastrosa il miracolo stava per accadere in quanto negli ultimi novanta minuti del torneo quando, ironia della sorte, la Salernitana veniva travolta tra le mura amiche da un’Udinese che non aveva più nulla da chiedere al campionato, ai rossoblù in quel di Venezia sarebbe bastato un gol contro una squadra già retrocessa, ma nonostante il tecnico fosse a conoscenza del risultato di Salerno attese sino all’ottantesimo per inserire in campo Keita e Pereiro per provare il tutto per tutto, come se il paregio fosse servito a qualcosa.
La verità è che la retrocessione i rossoblù se la sono meritata, visto la totale inadeguatezza dimostrata dalla dirigenza sia nella scelta dei tecnici che si sono succeduti sia nelle operazioni di mercato, ma di solito chi sbaglia paga, nel calcio come in tutti gli altri campi lavorativi, invece toccherà ancora a Capozzucca rifondare un gruppo che dovrà tentare la difficile impresa di tornare nella massima serie dopo un solo anno di purgatorio, provando a non sbagliare il condottiero ed inserendo nella rosa della prima squadra alcuni dei ragazzi che quest’anno hanno sfiorato la finale del campionato primavera, ma la Società deve fare un regalo a tutta la tifoseria , elimini dallo slogan presente all’Unipol Domus la parola squadra, perché questi calciatori non possono essere identificati con un popolo ed una terra, significherebbe aggiungere il danno alla beffa.