(di Giuseppe Porro)
Sembra passato un secolo, invece sono passati appena una decina di giorni circa dall’epilogo di uno dei mondiali più anomali della storia del calcio. Il Natale non ha cancellato il fresco ricordo di questo chiacchieratissimo mondiale, che lascerà il segno come gli altri (ed in parte lo ha già fatto) per mille sfaccettature, dove poteva essere e non è stato. Partito con l’etichetta di più brutto poteva diventare il più bello ma avrà anch’esso molto da raccontare.
Si è detto tanto di questo mondiale che ha visto calpestare morti; diritti umani; diritti dei lavoratori; stagioni; calendari e quant’altro, tutto nel nome del business per un azienda che fattura centinaia di milioni di euro. Poi appena la palla ha cominciato a rotolare tutto o quasi e caduto nella rete, virtuale e non.
Partito con l’eterna sfida dei due calciatori che hanno scritto un epoca, ovvero Messi e Ronaldo, che se fossero arrivati insieme alla finale del loro ultimo mondiale avremo riscritto la storia dei mondiali etichettando il mondiale invernale come il più bello di sempre (la formula invernale con il senno di poi non è così male, perlomeno per lo stato di forma dei calciatori stessi che ha reso godibili le partite).
Pronti via le sorprese non sono mancate, con la Germania (IN il giovanissimo Musiala, Rudiger e Fullkrug) che arriva sempre, e l’incompiuto Belgio (OUT tutti e le relative polemiche) subito a casa, insieme all’Uruguay che storicamente ha più tradizione mondiale di molte altre nazioni che hanno passato il turno.
L’Africa porta agli ottavi il Marocco ed il Senegal; l’Asia il Giappone e la Corea del Sud; l’America del Nord gli Stati Uniti, e l’Oceania l’Australia. Poi le sudamericane Brasile e Argentina, e le europee Olanda; Francia; Polonia; Inghilterra; Croazia; Spagna; Portogallo e Svizzera.
Zyech; Koulibaly; Son; Pulisic; Neymar; Messi; Gakpo; Mbappe; Lewandowski; Belligham; Modric; Gavi; Ronaldo; Embolo e molti altri. Tra recuperi fiume, frasi senza senso, polemiche continue, etc. lo spettacolo continua.
Quarti di finale: fuori l’Asia e l’Oceania, restano in questo mondiale a forte trazione quatariota/parigina le due solite sudamericane Brasile e Argentina, cinque europee (Croazia; Olanda; Portogallo; Inghilterra e Francia) e la nord africana Marocco, e le sorprese non mancano.
A casa gli orange; gli inglesi, ma soprattutto Neymar e Cristiano Ronaldo, tra mille polemiche con (a mio avviso) il peggior CT del mondiale insieme a quello del Belgio. Ronaldo che tutti avrebbero visto è voluto in finale contro Messi per consacrare la fine di un epoca.
Semifinali: tre vecchi “10” contro il giocatore del futuro, tre classici fantasisti contro il giocatore da Playstation. Messi vs Modric e Zyech vs Mbappe senza nulla togliere agli altri componenti delle semifinaliste, una sudamericana; due europee ed una nord africana.
L’epilogo, la fine dei mondiali invernali che resteranno vivi ora grazie al “Qatar-Gate” che è tutto in divenire, vede i qatarioti Messi e Mbappe sfidarsi prima di ritrovarsi a Parigi dall’emiro. Vince Messi a coronare una carriera brillante, con Mbappe che avrà modo di rifarsi, visto che la giovinezza e la forza sono dalla sua parte.
Nel frattempo ci diamo appuntamento nel 2026 dove assisteremo al mondiale a 48 squadre (al peggio non c’è mai fine) diviso tra Canada; Stati Uniti e Messico sperando di tifare per la nostra nazionale senza dover per forza simpatizzare per una o l’altra nazione, perché come diceva De Coubertin: “l’importante è partecipare”, e noi sono due mondiali di fila che restiamo a guardare.