Albiceleste, la forza dell’organico

Posted By on Giu 15, 2016 | 0 comments


Massimo Fabi

 

Anche le ‘riserve’ della Selección non deludono. Se poi per riserve si intendono talenti come Agüero, Lavezzi e Lamela, a cui aggiungiamo gli affidabili Cuesta e Kranevitter, si capisce come questa Argentina stia confermando le attese di super favorita per il successo della Copa America Centenario. Al CenturyLink Field di Seattle arriva un facile 3 a 0 a spese della Bolivia che permette all’Albiceleste di chiudere il girone a punteggio pieno, con dieci reti fatte e una sola subita: un tris realizzato in poco più di mezz’ora targato Lamela, il Pocho e Cuesta, senza Messi né Di Maria in campo. Che gli uomini di Tata Martino passassero il girone da primi era cosa preventivabile, ma al di là delle individualità eccellenti questa nazionale sta convincendo sotto il profilo del collettivo: dopo qualche difficoltà emersa nel passato recente, l’amalgama del gioco sta per essere trovata e lo dimostra la disinvoltura nella manovra mostrata con i boliviani. Non solo singoli, questa nazionale ha un’anima di gruppo. Il 4-2-1-3, che oggi ha visto Lamela fantasista di raccordo tra mediana e tridente, sta dando le risposte giuste, e le seconde linee al loro debutto dal 1’ si sono trovate tra loro alla perfezione, basti vedere il gol di Lavezzi nato da un cross di Roncaglia rimpiazzante il terzino destro titolare Mercado. In attesa che si sblocchi Higuain e dei pieni recuperi di Pastore, Di Maria e Biglia, quest’ultimo inserito nel secondo tempo, nelle tre prime uscite l’Argentina ha dimostrato di essere una macchina perfetta sotto il profilo tecnico e dell’organizzazione, la migliore tra tutte non solo sulla carta ma anche nei fatti. Affrontando ai quarti il Venezuela ed evitando nel proprio tabellone Colombia e Messico, la strada verso la finalissima sembra esser veramente in discesa scartando l’alibi del forfait seppur deleterio del Fideo. Dopo anche l’eliminazione di due rivali storiche come Uruguay e Brasile, in rapporto a questa prima fase di Copa America si deve giungere a conclusione che l’unico ostacolo per l’Albiceleste possa esser solo se stessa, per un eccesso di presunzione, egoismo di un singolo, o per un’ansia di vittoria mancante dal 1993. Variabili psicologiche da tenere in considerazione, perché se il calcio fosse in modo rigido una scienza esatta il popolo argentino starebbe già a far festa per le strade di Buenos Aires.

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