di Alessia Fratarcangeli
Nel ‘Monday night’ Il match tra Napoli e Milan termina 1-1 e il rimpianto è sicuramente dalla parte degli azzurri. A Insigne risponde Bonaventura e a nulla serve l’estenuante possesso palla dei partenopei se, alla fine, le occasioni da gol del Napoli si contano sulle dita di una mano.
GARA A SENSO UNICO – Il Napoli di Sarri scende in campo con un atteggiamento più determinato rispetto ai rossoneri di Sinisa, che tendono semplicemente a creare densità nella propria metà campo e rubare la palla per eventuali contropiedi. I partenopei non possono permettersi di sbagliare il match, perché chissà quando potrà ricapitare una frenata della Juventus. Perciò i padroni di casa devono e vogliono fare la partita e lo dimostrano fin dai primi minuti. Higuain è nella morsa di Alex e Zapata che, con il loro fisico, riescono a tenere a bada i movimenti dell’attaccante argentino, costringendolo sempre a giocare spalle alla porta. Gli azzurri dettano il ritmo, cercando giocate in profondità alternate a fasi di gioco sulle fasce, ma quasi sempre manca lucidità nell’ultimo passaggio. Gli azzurri sono notevolmente più aggressivi degli avversari, i quali sono preoccupati delle qualità dei singoli giocatori partenopei, e infatti è proprio un guizzo di Lorenzo Insigne a colpire Donnarumma (colpevole, ma non troppo data la deviazione sul tiro). Niang e Bonaventura cercano di dare brillantezza alla manovra offensiva (con Bacca spettatore silenzioso) e, se qualche minuto prima la fortuna ha baciato gli azzurri, poco dopo è Jack che raccoglie un assist involontario di Koulibaly e trafigge Reina sul secondo palo.
MILAN SOTTO ASSEDIO, MA I GOL? – Gli azzurri riprendono la pratica da dove l’avevano lasciata qualche minuti prima. I rossoneri sono sotto assedio, i padroni di casa gestiscono il pallone per la maggior parte del tempo, ma è un possesso sterile. Il Napoli manca di lucidità e di idee in fase di attacco, soprattutto a causa del ‘calo’ offensivo nelle ultime gare del Pipita. Nonostante ciò, quando entra Mertens per Callejon , il reparto offensivo comincia a carburare ed è proprio il belga che ha l’occasione più nitida per riportare gli azzurri in vantaggio. La fortuna, stavolta, non è dalla parte dei partenopei e il tiro di Mertens centra il palo. La stanchezza inizia a farsi sentire sulle gambe della squadra di Sarri, che commette qualche piccolo, seppur rimediabile, errore in fase di fraseggio. È un Napoli diverso da quello dell’andata o da quello che fino a qualche match fa sembrava inarrestabile. È confusionario nella manovra offensiva, fatica a creare occasioni da gol a causa anche della disposizione ultra-difensiva del Milan, che usa la fisicità di alcuni suoi giocatori per contrastare i movimenti degli attaccanti e degli esterni. I nervi sono a fior di pelle perché la squadra non si esprime come dovrebbe ed è proprio il mister Sarri a far trasparire questa condizione mentale, dato che, a causa delle numerose proteste, viene allontanato dall’arbitro. I partenopei sanno che sarebbe fondamentale vincere e sorpassare nuovamente la Juventus, e perciò si tenta il tutto per tutto con l’ingresso di Gabbiadini per un 4-2-3-1 super offensivo. Il Milan, però, alla fine rimane compatto e con sacrificio argina gli ultimi assalti di Higuain (troppo egoista in alcuni frangenti) e di El Kaddouri.