di Michele D’Alessio
Quando il plico sigillato è arrivato sul tavolo del notaio Giulio Almansi, tra le strade di Parma ha iniziato ad accendersi la fiammella della speranza. Qualcuno ha fatto pervenire un’offerta che evita la serie D, la sparizione dal calcio, praticamente. A pomeriggio inoltrato, però, la doccia ghiacciata: nel plico nessuna offerta, ma solo una manifestazione di interesse recante la firma di due società (Viris SpA e Unigasket SpA), bollata subito dai liquidatori del Parma come “non conforme a quanto previsto dal Disciplinare di Gara”. Quindi saranno necessarie ulteriori valutazioni del Comitato dei Creditori e del Giudice Delegato per capire se aprire la porta a questa manifestazione oppure no. In città il clima è quello dell’attesa, quasi ormai rassegnata. Quando è stata consegnata la busta era filtrato un cauto ottimismo, sgeretolatosi subito all’apertura della medesima. Sul Parma, o ciò che ne rimane, pesano gli oltre ottanta contratti con calciatori di cui il club detiene il cartellino, pesante eredità della gestione Ghirardi. Questo è soltanto l’ultimo dei passaggi di una vicenda dai contorni grotteschi. Da Ghirardi a Taci, da Taci a Manenti, arrestato di recente. Infine il plico con la manifestazione di interesse e non con l’offerta. Per i tifosi emiliani, e per tutti gli amanti del calcio, giorni di speranza di non vedere cancellata dalla geografia del calcio una compagine che ha scritto la storia recente di questo sport, in Italia e in Europa.