Calcio&Mercato: il nuovo Milan

Posted By on Set 2, 2016 | 0 comments


Massimo Fabi

COSA SERVIVA
. In principio una società nuova, con fondi a sufficienza da investire sul mercato. I tifosi rossoneri verranno presto accontentanti, ma hanno dovuto trascorrere una ulteriore, e finalmente ultima, estate non esaltante per non dire deludente. Il tramonto dell’era Berlusconi-Galliani è durato in effetti fin troppi anni, con conseguenti ripercussioni sul mediocre cammino del Milan nei recenti tre campionati. Dopo l’esonero di Allegri nel 2014, poco è servito l’avvicendarsi dei vari Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic e Brocchi se l’organico messo in piedi non è mai risultato competitivo per un gioco scintillante né tanto meno per la conquista delle posizioni che contano. La stagione appena trascorsa, conclusasi con un grigio settimo posto, aveva messo in evidenza la necessità di un difensore centrale affidabile e di un grande regista che potesse cambiare il volto della squadra: consapevolezze che hanno dovuto urtare con disponibilità economiche limitate in virtù del tardivo accordo per il passaggio di proprietà e per la mancata cessione di Bacca ripudiante il West Ham.

COSA MANCA
. Il colombiano è rimasto a Milanello, e gli 85 milioni di caparra cinese arriveranno solo in questi primi giorni di settembre, dunque a sessione di mercato estiva chiusa. Gli alibi ci sono tutti, ma restano perplessità sul come Galliani abbia utilizzato il basso budget a disposizione. La necessità di un difensore centrale da affiancare a Romagnoli si è trasformata in una vera e propria urgenza a seguito del serio infortunio accorso a Zapata: troppo costoso il sogno Musacchio, inducendo Galliani a ripiegare sull’arcigno paraguaiano Gustavo Gomez. Una scommessa, come lo sono i centrocampisti Pasalic, Mati Fernandez e José Sosa, né stelle né veri e propri costruttori di gioco dal basso. Le critiche all’amministratore delegato sorgono soprattutto in merito all’acquisto del fantasista ex Besiktas pagato ben 7.5 milioni di euro, forse eccessivi per un classe ’85 che a Napoli fece molta panchina. Operazioni di contorno che potrebbero far salire l’asticella da un punto di vista tecnico ma che non risolvono due problemi assoluti: la mancanza ormai datata di spessore e personalità, non trattandosi di campioni, e quel vuoto tattico in cabina di regia che permette al mai amato Montolivo di esser considerato ancora una prima scelta. Salvo miracoli dettati dal mercato degli svincolati, in due ruoli chiave il Milan continua dunque a non avere certezze né tanto meno una leadership indispensabile a un gruppo mentalmente ancora acerbo: difesa fin qui da horror con sei reti incassate in due match, nonostante il bravo e innocente Donnarumma, e una linea di mediana in cerca del suo vero playmaker. Scartato Pasalic in tale veste e fallito il colpaccio Fabregas, Montella starebbe pensando di affidare la responsabilità della manovra allo stesso Sosa. Una vera sorpresa, ma in certe occasioni non resterebbe che fare necessità virtù.

PROSPETTIVE
. Sarà la stagione di transizione tra la vecchia e nuova gestione, con l’obiettivo di competere per un ritorno in campo internazionale a distanza di quattro anni. In una ipotetica griglia iniziale, si partirà a braccetto con le formazioni immediatamente al di sotto di Juventus, Napoli e Roma e Inter puntando ad ottenere un piazzamento in Europa League. L’uomo in più dovrà essere inevitabilmente Vincenzo Montella, tecnico che, salvo la parentesi di una Sampdoria non sua, ha sempre conferito alle proprie squadre una precisa identità di gioco, fatto di possesso palla e tanto movimento per non dar punti di riferimento all’avversario. Nella speranza di inventarsi un regista che possa garantire le giuste geometrie, le due partite di campionato hanno intanto messo in mostra un Milan fragile difensivamente e convincente in attacco. Donnarumma, Bonaventura e Bacca i punti fermi, Niang e Suso le note liete di inizio stagione, in attesa di capire se i 10 milioni spesi per Lapadula siano stati uno spreco inutile e se i nuovi arrivati in mediana possano insidiare il posto a Bertolacci, Kucka e Montolivo. Il carattere messo al San Paolo per trovare il momentaneo 2 a 2 fa ben sperare, ma insieme all’ambientamento repentino di Gustavo Gomez, l’ex Aereoplanino dovrà lavorare sodo su errori difensivi e ‘schizofrenia’ di gruppo rivelatisi letali nel ko di Napoli e nel mettere a repentaglio il successo con il Torino. Le aspettative sui rossoneri in questi mesi spartiacque a livello societario non sono alte, ma si cercherà di rendere l’annata a venire molto più piacevole dei campionati passati tramite la ricerca bel gioco, ossessione di un amante del calcio offensivo quale è Silvio Berlusconi. Montella è stato d’altronde scelto per questo.

Submit a Comment