Luigi Pellicone
Roma Plzen, aldilà del risultato regala alcune (avvilenti) certezze. Alcuni giocatori, bucata la prova d’appello, dovranno sudare per ritrovare maglia e fiducia.
Jesus a dispetto del nome, non compie miracoli. Anzi, sì. Trasforma cross più o meno innocui in gol degli avversari. Tre indizi certificano che Juan Jesus non è, almeno al momento, affidabile in marcatura. Basta analizzare alcuni gol subiti: tutti in fotocopia. Roma-Porto, 0-1 il dubbio: sul gol di Felipe sullo spiovente in area il numero 3 giallorosso si fa prendere alle spalle. Roma – Sampdoria 1-2, la prova: errore marchiano, quanto identico, sul 2-1 doriano siglato da Quagliarella. Plzen Roma, la certezza: cross e Bakos, di testa, anticipa il difensore brasiliano, sorpreso alle spalle, e insacca. A parziale discolpa di JJ, una condizione non ottimale e un infortunio alla caviglia che ne limita il rendimento
Alisson, uno dei possibili “musini” citato da Spalletti in cerca di maggiore considerazione in ottica campionato. Il suo intervento, sul colpo di testa di Bakos, è discutibile: difficile essere reattivi quando il difensore si fa anticipare in quel modo, ma l’intervento non è impeccabile.
Iturbe fa quasi tenerezza. Spalletti gli chiede personalità. Sostantivo che cozza con la quintessenza di un ragazzo incapace di sopportare responsabilità. Iturbe gioca la sua solita partita anarchica, avulso dal gioco, estraneo ai compagni. Sterza nel momento in cui dovrebbe attaccare la profondità, accelera piuttosto che ragionare, si intestardisce nella soluzione personale. Sbaglia sempre la scelta. E, quando ha la palla buona, si emoziona e la cicca. Sia voglia di strafare o ansia da prestazione, il prodotto non cambia: divorato dalla tensione e da sé stesso, sciupa l’ennesima e forse ultima occasione in una serata avvilente.