Alessia Fratarcangeli
Lorenzo non è più il Magnifico. Il Napoli perde l’imbattibilità e salta all’occhio l’ennesima scialba prestazione di Insigne. La scorsa stagione dodici reti in trentasette partite in campionato, numerosi assist per Gonzalo Higuain. Una forma strepitosa che aveva costretto a continue panchine Mertens ed era valsa al ragazzo di Fuorigrotta la convocazione di Antonio Conte per Euro 2016; poi, il buio.
Già durante l’estate, Insigne e il suo procuratore avevano dato segni di insofferenza; le trattative per un aumento avevano infastidito non poco il calciatore, il suo entourage, ma anche De Laurentiis, pronto (a parole) a trattare Lorenzo da top player, ma non a proporgli il contratto da cinque milioni netti che veniva richiesto. Una stagione ad altissimi livelli non basta, questo è stato il concetto, con la speranza da entrambe le parti che il 2015/16 non fosse solo un fuoco di paglia; e le premesse in fondo erano buone, dato che Sarri aveva riportato Insigne nel ruolo a lui più congeniale, quello di attaccante sinistro del tridente, con la libertà di accentrarsi.
Quest’anno la concorrenza di Mertens si è fatta sempre più pressante e il belga, una volta promosso titolare, ha quasi sempre dato a Sarri buoni motivi per essere confermato. Insigne, invece, quando è partito negli undici iniziali non ha dato quello che ci si aspettava da lui e neanche subentrando in corsa, quando la sua velocità poteva essere un’arma in più contro difese già stanche, è riuscito a fare la differenza.
Otto partite, zero reti e un umore pessimo, che stride con il biondo platino della nuova pettinatura; pochi spunti, una scarsa chimica con Milik e neanche la profonda abnegazione nella fase difensiva che Lorenzo aveva mostrato negli anni con Benitez, ma anche in alcune fasi della scorsa stagione. Chiaro, la sconfitta di oggi del Napoli non può essere imputata soltanto alla scarsa forma di Insigne, ma di certo la sua presenza in campo non è più la garanzia di pericolosità a cui eravamo ormai abituati. Senza scomodare Mertens, anche Ghoulam è spesso più propositivo del talento partenopeo; Sarri lo scuote spesso, lo riprende in allenamento e lo segue con attenzione in partita, ma non sembra aver trovato una chiave per fermare l’involuzione del ragazzo. E questo rappresenta un problema per Lorenzo, che dovrà per forza di cose abbassare le proprie pretese contrattuali, ma anche e soprattutto per il Napoli, che quando si vede bloccate le fonti di gioco classiche (Jorginho e i due terzini) non può ancora contare sugli spunti e sulle fulminee accelerazioni di Insigne. Ma giocatore e società saranno certamente d’accordo su un punto: la classe del calciatore non si discute, bisognerà soltanto fare in modo di farla risplendere di nuovo. Per un vero Rinascimento partenopeo, di Lorenzo il Magnifico non si può proprio fare a meno.