Alessia Fratarcangeli
Manolo Gabbiadini: l’acquisto partenopeo probabilmente più insensato e meno sfruttato
da due anni a questa parte. Un’esperienza, quella in azzurro, mai decollata, sempre in salita e completamente offuscato dai suoi compagni di reparto decisamente più motivati e tecnicamente anche più forti di lui. Quasi ignorato da mister Sarri, si è allenato duramente ma ogni qualvolta che l’allenatore decide di dargli una chance, lui la fallisce e i malumori continuano a crescere.
Fino a ieri sera. Il suo Napoli parte alla grande, sembra avere un altro passo rispetto alla Viola di Sousa. Segna Insigne (sempre più in ripresa) e poi il solito Mertens con un capolavoro (il quale è stato adattato a falso nueve, rubando il posto proprio a Manolo dopo che Milik è finito Ko).
Ma il Napoli ha difficoltà soprattutto in difesa e la Fiorentina tira fuori l’orgoglio, trascinata da Bernardeschi, e mette a segno il sorpasso.
Gli ultimi minuti sono tutti per Manolo, probabilmente l’ultima passerella che Sarri gli concede prima di abbandonare la maglia azzurra.
Di certo negli ultimi minuti non ha le occasioni da gol che vorrebbe; sembra destinato a un’altra prova insipida e senza carattere. Ma quasi allo scadere del recupero, l’arbitro assegna un calcio di rigore agli azzurri che possono, così, salvare il salvabile e prendersi un punticino che comunque non li accontenterebbe.
A calciare il rigore potrebbero andare in tanti: Hamsik, Mertens, Callejon, Insigne.
Invece la palla la prende proprio Manolo Gabbiadini che si avvicina sul dischetto. Chissà cosa avranno pensato i tifosi napoletani
in quegli istanti, cose decisamente poco ortodosse. Ma Manolo è determinato: nonostante a Napoli non gli abbiano riservato proprio un bel trattamento, vuole comunque chiudere la sua esperienza nel modo migliore, onorando un club che lo ha fortemente voluto e che poi non gli ha dato la fiducia che si aspettava. Manolo si prende una responsabilità enorme: questo gesto potrebbe affossarlo definitivamente oppure potrebbe fargli guadagnare per qualche minuto il rispetto dei suoi tifosi.
Il tiro è potente, preciso, veloce e, nonostante Tatarusanu avesse intuito l’angolo, non riesce ad allungarsi abbastanza. Il regalo di Natale è servito; magari nè i tifosi nè la squadra se lo meritavano, ma Gabbiadini può ritirarsi da Napoli avendo dimostrato di avere un carattere più forte di quanto si sia pensato in questi mesi e lasciando comunque un ricordo positivo nella fredda notte di Firenze. La sua unica colpa, forse, è quella di non essere stato capito fino in fondo.