Nicola Ciacciarelli
Paulo Dybala in lacrime è la fotografia perfetta di quel che è stato Milan-Juve di Supercoppa. I suoi errori pesano un macigno sull’esito finale. Prima il tiro finito alle stelle al 116′, poi l’errore fatale dal dischetto. Una gara iniziata, per l’argentino, solo a metà ripresa. La Joya opera da vero rifinitore. Crea e disfa. La sua posizione, precedentemente occupata da Pjanic, infastidisce i rossoneri, ma non come spererebbe Allegri. Insieme ai compagni di reparto l’ex Palermo risulta poco incisivo e, talvolta, prevedibile. Strano per il 21 in maglia bianconera. Eppure Donnarumma, con lui in campo, qualche pericolo in più lo corre.
Ma se ai bianconeri sfugge il primo obiettivo stagionale non è solo colpa di Dybala. Il trofeo va, tutto sommato, alla squadra che ha più meritato. Passati i primi venti minuti il Milan ha reagito senza mai lasciar tranquilla la Signora che ha ballato, e non poco. Soprattutto a sinistra, dove un arrugginito Evra (al posto dell’infortunato Alex Sandro) è stato asfaltato da Suso. Dallo spagnolo arriva il cross perfetto per la testa di Bonaventura che fa 1-1. La linea a quattro di Max Allegri stavolta non regge. Tante, troppe le occasioni in cui la squadra di Montella è riuscita a sfondare sugli esterni. Match che offre spunti di riflessione al mister e allo staff tecnico e…sanitario. Il match dello Jassim Bin Hamad ”regala” altre due uscite anticipate. Quelle di Alex Sandro e Sturaro. Non una novità quest’anno.