Massimo Fabi
Il termine ‘amichevole’ risulta più che mai appropriato, per un evento destinato a passare nella storia. L’Avana, 7 ottobre. Allo stadio Pedro Marrero si gioca la partita tra la selezione cubana e la nazionale a stelle e strisce dell’allora c.t. Klinsmann. Un’amichevole unica, come non accadeva dal 1947, preceduta solo dal confronto del settembre 2008 valido per le qualificazioni al Mondiale del 2010. Appuntamento speciale reso possibile dalla riapertura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, annunciata con la mediazione di Papa Francesco da Barack Obama e Raul Castro il 17 dicembre 2014, dando avvio al processo di conclusione dell’embargo vigente da ben cinque decadi e che gli Stati Uniti avevano imposto contro Cuba una volta entrata nel blocco comunista con la rivoluzione castrista. Ad assistere a Bradley e compagni ci saranno diversi tifosi ospiti, potendo viaggiare verso l’isola caraibica dopo la ricostituzione di alcuni voli di linea. Sul campo si imporranno gli yankee per due reti a zero, ma quello che conta veramente è il messaggio lasciato da questa amichevole, ‘simbolo’ sportivo del superamento dell’embargo e del riavvicinamento tra due realtà separate per più di mezzo secolo da modelli politico-sociali ed economici contrapposti. A distanza di 69 anni dall’ultima friendly, USA e Cuba danno definitivamente un ‘calcio’ alla Guerra Fredda.