Antonio Capotosto
Domenica 28 agosto 1989, prima giornata del torneo antecedente il Mondiale delle ‘Notti Magiche’. La Juventus di Zoff ospita il Bologna di Gigi Maifredi: una domenica speciale per Antonio Cabrini, tornato per la prima volta da avversario dopo tredici stagioni in maglia bianconera.La prima volta non si scorda mai. Soprattutto se l’esordio in campionato con la nuova maglia arriva di fronte alla gente che ti ha amato per oltre un decennio.
Una sensazione che Massimo Bonini aveva provato cinque mesi mesi prima, trasferitosi sotto le Due Torri dopo sette stagioni a Villar Perosa. Il centrocampista di San Marino ha compiuto il percorso inverso di Giancarlo Marocchi, giunto a Torino dopo sei stagioni con la prima squadra rossoblĂ¹: il predecessore di Roberto Baggio con la maglia bianconera numero 10. Il nuovo capitano del ragazzo di Imola era proprio Cabrini, il quale erdeitava la fascia da Scirea, vice del grande amico Zoff. Un omaggio a Scirea, il ringraziamento a quello che ha dato al calcio italiano. Ecco il significato di quel Juventus-Bologna (1-1): l’ultima gara di campionato dell’ex libero, scomparso tragicamente sette giorni dopo in Polonia, dove si era recato per studiare i prossimi avversari di Coppa Uefa: era destino allora che la sua Juventus dovesse vincere quel trofeo. Era il 1990. La Vecchia Signora, il Milan la Sampdoria: tre squadre italiane padrone delle coppe continentali. Una serie di risultati che ‘trainarono’ il Bologna in Uefa, giunto ottavo: il buon campionato dei felsinei regalava all’offensivista Gigi Maifredi il biglietto per Villar Perosa. Ma nella storia bianconera, la stagione 1989-’90 verrĂ ricordata anche per le dimissioni da presidente di Giampiero Boniperti.