Napoli e Atalanta, quante storie

Posted By on Feb 25, 2017 | 0 comments


Antonio Capotosto

Higuain, considerato che agli orobici il Pipita ha realizzato la prima rete a Fuorigrotta. Da ‘Mister due miliardi’ a ‘Senor novanta milioni’, date le origini (non solo calcistiche) di Beppe Savoldi. E poi Reja, nell’inferno della C. Quella serie nella quale era precipitata anche l’Atalanta, con Ottavio Bianchi lesto a riportarla nel Purgatorio della B. Un bresciano a Bergamo, due anni anche da calciatore dopo un lustro in riva al Golfo. A Napoli il tecnico del primo scudetto ha ereditato la panchina da Rino Marchesi, il quale da giocatore ha indossato la maglia della Dea dal 1957 al ’60: le stesse stagioni di Pierluigi Ronzon, il quale approderà a Fuorigrotta dopo una parentesi rossonera: colui che ha deciso la finale della Coppa Italia 1962, quella del primo trofeo partenopeo. Di quella squadra faceva parte anche Amos Mariani, un anno a Bergamo all’alba degli anni Cinquanta.

Amedeo Amadei ha vestito per un’annata la casacca atalantina (1938-’39). Lasciò il calcio giocato nel ’56, ultima stagione in riva al Golfo dello svedese Hasse Jeppson, arrivato quattro anni prima da Bergamo. Achille Lauro lo acquistò per centocinquanta milioni di lire e cosi per i tifosi partenopei divenne ”Banco ‘e Napule” (il Banco di Napoli).

Alemao e l’Atalanta: non solo la famosa monetina, considerato che ha terminato la carriera italiana con il club orobico. La prima stagione bergamasca del brasiliano corrisponde all’unica di Marcello Lippi: il tecnico viareggino era entrato in contrasto con la propietà e così il general manager partenopeo Ottavio Bianchi lo contattò per la panchina (a Soccavo ha portato Roberto Bordin). Con l’Atalanta il futuro ct campione del mondo ha sfiorato la qualificazione alla Coppa Uefa, mentre il Napoli -nonostante le difficoltà economiche- significa la svolta della carriera.

Submit a Comment