Szczesny, un miracolo che vale…3 punti

Posted By on Mar 4, 2017 | 0 comments


Luigi Pellicone

Arriva il Napoli. Spalletti rovescia la Roma come un calzino. Difesa a tre e ½ senza specialisti di ruolo sugli esterni. Fuori Paredes, Peres, Palmieri e Salah. Scelta conservativa. Quattro centrali più De Rossi da schermo davanti la difesa. Obiettivo chiaro: non concedere profondità al tridente del Napoli e impedire agli azzurri di trovare l’uno contro uno in campo aperto. In questa ottica l’uomo chiave è Rudiger, chiamato a interrompe la manovra sulla catena sinistra del Napoli. Il tedesco, in fase di non possesso, si allinea, mentre accompagna a tutta fascia la transizione offensiva. Una scelta che impedisce a Ghoulam di sganciarsi e sovrapporsi su Insigne, raddoppiato da Perotti che si inserisce sulla linea di passaggio. Un 4-1-4-1 che, sulla carta, taglia l’esterno alto del Napoli fuori dal gioco, complice la sua scarsa adattabilità a rientrare oltre il centrocampo per riconquistare il pallone. Però si gioca sull’erba. E la soluzione figlia, probabilmente, di una condizione atletica non eccezionale, non paga. La Roma tampona, ma non argina, le folate azzurre: il Napoli sta meglio. Corre di più, meglio, per la prima ora di gioco. Piazza due gol su due errori in uscita della Roma. Il primo, Manolas non tiene la linea. Il secondo chiama in causa lo stesso Rudiger. Quanto basta per far cambiare ancora idea a Spalletti. Dentro Peres e Salah. Difesa a 3 e squadra iperoffensiva. Risultato: la Roma prende campo, trova spesso la conclusione, sebbene la squadra rischi l’osso nel collo nelle ripartenze. Ci si mette anche la sfortuna. Due pali. Alla fine, paradossalmente, l’uomo partita è Szczesny: in una partita nata male e finita peggio, la parata del portiere su Mertens vale oro. Consente alla Roma di mantenere il vantaggio negli scontri diretti e conservare un vantaggio di 3 punti sul Napoli. Arrivassero pari, infatti, peseranno i tre gol segnati al San Paolo.

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