Monchi: “Non sono qui per vendere, ma per vincere”

Posted By on Mag 3, 2017 | 0 comments


Luigi Pellicone e Tiziano Villanacci

Ramón Rodríguez Verdejo, al secolo, Monchi non ha scelto il periodo migliore per presentarsi a Roma: arriva a Trigoria dopo un derby perso e l’ennesima primavera che ha infranto i sogni di vittoria. Difficile da sopportare, per una piazza che, a digiuno da 10 anni, ha una fame di successi che obnubila menti e pensieri.

Legittimo chiedersi perchè abbia scelto questa città. Semplice: non si considera il migliore, ma il più adatto al ruolo. “Avevo altre opzioni, alcune anche più attraenti, ma ho scelto la Roma perché è un club con buone basi e grandi margini di miglioramento. Qui si può pensare in grande e posso agire da Monchi”.

Il futuro è adesso: vi sono quattro appuntamenti da non sbagliare. Il secondo posto è un presupposto fondamentale per operare sul mercato. “La Champions è un traguardo di prestigio, sopratutto per il marchio Roma e per attirare calciatori importanti. La preoccupazione non è legata al denaro: se non ci sono i soldi si può supplire con le idee”. Come accaduto a Siviglia. Non esistono, però, club identici. Quale è, dunque, il segreto? Il lavoro. Il che non si traduce nella compravendita dei calciatori: Monchi si sofferma sul concetto di unità d’intenti. “Il primo passo per vincere è remare tutti dalla stessa parte, verso un traguardo comune”. Resta da capire che obiettivi e strategia abbia la società. A Siviglia si vendeva per comprare. E si vinceva. A Roma? “In Spagna quella strategia era necessaria. Certo, anche pericolosa. Generare plusvalenze e vincere non è facile. Ma quella è solo una delle cose che so fare. Qui studierò un strategia opportuna per far coincidere esigenze economiche e vittorie. Mi si parla di cessioni. Il problema non è vendere. Il vero guaio è sbagliare acquisti. A Trigoria non sarà esposto il cartello “vendere”. Si appende al collo il cartello “vincere”. Tutti saranno utili, ma nessuno indispensabile. Preferisco i giovani, ma in generale amo i giocatori con due caratteristiche. Bravi e con voglia di vincere a prescindere se abbiano 19 o 28 anni”.

Capitolo mercato: Spalletti in bilico, così come tanti altri “big”. Manolas, Nainggolan su tutti. Monchi ha voglia di lavorare con il tecnico toscano. Lo considera un allenatore importante, oltre che capace. Per adesso il direttore sportivo ha quattro idee in testa: Milan, Juventus, Chievo e Genoa. Poi sarà il momento di parlarci. E poi c’è da gestire due possibili addii. Totti e De Rossi. Il centrocampista è molto più vicino al rinnovo rispetto al capitano: “il futuro di Francesco prevede un accordo. Questo è il suo ultimo anno da calciatore e poi sarà dirigente. Gli chiedo di st

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