Marco Marini
Solo un palo e niente più. Può essere riassunta così la partita della Lazio contro la Juventus. E’ vero, una sconfitta ci può stare. Tanto più contro la formazione più titolata d’Italia. Tuttavia la Lazio vista nella finale di Coppa Italia è solo la lontana parente di quella apprezzata in campionato. Blackout? Partita impostata male? Fatto sta che nelle statistiche post gara si annovera solamente un azione biancoceleste degna di nota: il palo di Keita ad inizio gara. Una buona discesa sulla fascia sinistra per il senegalese che davanti a Neto spara addosso al palo quando le due formazioni stavano ancora sullo 0-0. Per il resto è stato un predominio bianconero che in un quarto d’ora ha fatto sua la gara. Un uno-due micidiale firmato Mandzukic e Bonucci che condanna una Lazio forse un po’ presuntuosa, scesa in campo con altre aspettative ma probabilmente non con la testa giusta come accaduto in occasione del derby. La reazione è vero che c’è stata, e questo va dato atto alla Lazio. Tuttavia, non ha sortito gli effetti sperati. Alla fine il risultato parla chiaro: ennesima vittoria per la Juventus contro una Lazio che non batte la Vecchia Signora da ormai tanto tempo.