(di Gianluca Guarnieri) L’assenza. La mancanza di qualcuno verso il quale si prova affetto. E non si può non provare affetto per qualcuno che ha vestito la maglia della propria squadra per oltre 25 anni, divenendone bandiera, simbolo e guida, realizzando goal, giocate, e tante infinite meraviglie. Francesco Totti compie 41 anni, il suo primo compleanno da ex calciatore (anche se per lui il temine “ex” si può considerare inadatto…). La sua è una presenza-assenza, visto che il leggendario numero 10 è sempre insieme alla squadra, seduto abitualmente vicino a Mauro Baldissoni e al Direttore sportivo Monchi, ma allo stesso tempo è lontano dal suo amato campo di gioco, e dalla sua maglia giallorossa, che ha tanto onorato, in decadi infinite. Quanto manca Francesco ai suoi tifosi? Tanto, tantissimo. L’universo. Tifosi che non lo dimenticano, e che continuano a celebrarlo come idolo insuperabile. Totti ha resistito a tutto: al tempo, ai difensori feroci, a Luciano Spalletti che complicò non poco il suo “finale di partita”, salvo poi perdere nettamente il match con il campione di Porta Metronia, in quel 28 maggio, dove le lacrime scesero copiose, in un saluto indimenticabile. Totti logora chi non ce l’ha e questo è quasi scontato, visto il peso specifico di una bandiera così grande. Per lui è stato duro quell’addio, così dolce e sofferente allo stesso tempo, con un tributo da sogno, velato dalla tristezza che segnava un confine, la fine di un’Era. Un doppio stato d’animo, quasi d’obbligo. La vita porta a questi cambi di capitolo, girando la pagina di un libro lungo e ricco di sentimenti. Francesco Totti ha ora un nuovo orizzonte. Non più la porta avversaria da violare, non più tiri, assist e dribbling, ma una nuova carriera da dirigente, imparando dal manager spagnolo, orgoglioso di fare da “trainer” a un apprendista del genere. Succede. Anche i “gladiatori” invecchiano e il Capitano è un pò come Massimo Decimo Meridio del celeberrimo film di Ridley Scott, tanto da averlo disegnato sul braccio. Un tatuaggio, come la maglia, tatuata nell’anima per sempre. Anche da fuori campo, anche in giacca e cravatta. La vita inizia a 41 anni, e si può essere utili alla propria squadra, pur non indossando i suoi scarpini. Il futuro è un’ipotesi, ma ci sono delle certezze e quella della leggenda del Capitano di Porta Metronia é una di quelle. Ci saranno ancora ottime annate. Buon compleanno, Capitano.