Giorgio Dusi
Tarpare le ali dell’entusiasmo su cui vola l’Atalanta è impresa ardua per chiunque. Lo dimostra la Serie A, ma anche l’Europa. I ragazzi di Gasperini, però, necessitano anche di inanellare una striscia di risultati utili, che possa fungere come rampa di lancio verso traguardi sempre più prestigiosi. Con il 3-1 sull’Apollon alle spalle, gli orobici attendono il Bologna all’Atleti Azzurri d’Italia. Obiettivo la vittoria, per arrivare all’infrasettimanale con il Verona con la possibilità di fare three in a row. Mischiare consapevolezza e fiducia potrebbe non essere però l’unica arma vincente contro i felsinei, i quali, a Bergamo, andranno con ogni probabilità in all-in. O tutto o niente, o tre punti o il rischio di k.o. tecnico.
Roberto Donadoni, di ritorno nella propria terra natale, è chiamato ad una scelta tattica probabilmente decisiva per decretare il leitmotiv del match. Il 4-3-3 del tecnico cisanese non permette accoppiamenti rigidi, come per esempio accadde nella sfida interna contro l’Inter, con il 3-4-2-1 bergamasco. Sono tre rischi particolari a cui far fronte: l’inferiorità numerica a centrocampo, le difficoltà in lettura di Pulgar e la poca rapidità dei centrali di difesa. Ecco perché il tecnico potrebbe ragionare su una possibile svolta, inserendo un uomo in più in mezzo al campo e bloccando i due davanti la difesa per spedirli in marcatura sui trequartisti avversari.
In questo caso, il rischio sarebbe una richiesta di lavoro-extra a Rodrigo Palacio, mentre Mattia Destro avrebbe un’occasione per tornare a guidare l’attacco. Di contro, la squadra potrebbe risultare più abbottonata nella propria metà campo ed ordinata, anche se El Trenza non ha propriamente le caratteristiche di raccordatore tra i reparti. Il rischio che centrocampo e attacco si trovino completamente slegati in mezzo al campo è piuttosto alto, ragion per cui Donadoni sembra desistere dalla tentazione 4-2-3-1.
Il centrocampo a tre potrebbe costringere in ogni caso il Bologna a difendersi con un 4-4-2 piuttosto stretto, chiudendo le linee di passaggio per i trequartisti, soprattutto Ilicic (o Gomez, dovesse partire dall’inizio), abituato a ricevere negli ultimi venticinque metri e creare tra le linee. Di Francesco, deputato ad esplorare la corsia sinistra, potrebbe rinculare fin sulla linea del centrocampo per dare supporto ai mediani, i quali dovranno fare i conti con il quadrato nerazzurro tra mediana e avanti: Freuler e De Roon perni mediani, Kurtic e Ilicic in avanti. Con i tre, il rischio di inferiorità numerica – supponendo un possesso stabile nerazzurro – potrebbe compromettere ogni tipo di possibilità di opporsi.
Rimanere bassi richiederebbe un lavoro massacrante degli attaccanti, per cui è probabile che Donadoni opterà per il pressing alto, un rischio altissimo: saltata una linea, infatti, l’Atalanta avrebbe molteplici opzioni per affondare la lama nel burro. Se un terzino dovesse sbagliare l’uscita sull’esterno avversario, l’appoggio sul centrocampista e poi sul trequartista libererebbe di fatto almeno tre uomini al tiro. Allo stesso tempo, i tempi di pressione sbagliati di uno dei tre avanti sui contrapposti centrali nerazzurri farebbe saltare l’impianto.
Reggere fisicamente a tali ritmi per novanta minuti contro una squadra che, tendenzialmente, corre più di chiunque in Serie A, sarebbe una scommessa di difficile riuscita. Gasperini d’altro canto ha le idee chiare, ha basi solide su cui ha costruito la propria squadra nel corso degli anni e può contare sulla possibilità di ruotare più interpreti. Lo stesso potrebbe accadere domani, con Toloi di rientro al centro della difesa e Cristante a riposo. Dubbio Gomez, certezza Petagna, mentre Donadoni confermerà il tridente, con Helander – uomo deputato verosimilmente alla marcatura del centravanti orobico – vicino a Gonzalez. Donsah, Poli e Pulgar i tre di mezzo, con particolare attenzione al Cileno. Destro permettendo, gran parte del match passerà dalle loro scelte.