Francesco Falzarano
Eccoci qui, ancora a commentare l’ennesima sconfitta del Benevento, la nona. Ed è record, perché come già sottolineato settimana scorsa, in Italia il massimo raggiunto erano state le otto sconfitte del Venezia degli anni quaranta. Notte fonda nella dormiente, ed anche se questo può sembrare un semplice gioco di parole, invece rispecchia solo quella che è la cruda realtà dei fatti. Parlare di salvezza ora come ora è impossibile, visto che l’obiettivo sarebbe almeno quello di portare a casa punti, quei punti che sembrano una chimera per i giallorossi. Baroni ci ha provato anche ieri, ha cambiato modulo e uomini, dentro Viola e Ciciretti, ha provato a fare densità e lasciare la viola libera sugli esterni, ma tutto è culminato con un nulla di fatto. Troppo fragile il Benevento, troppo poco, troppo inconsistente, troppo e purtroppo inadatto alla categoria. C’è chi dimostra in campo di meritare la A, chi si impegna e ci prova, chi appare svogliato e fuori luogo, lontano anni luce dal senso di appartenenza. La risultante di questo mix è la frustrazione, e inizia a vedersi dentro e fuori il campo. Emblematica l’immagine post 3-0, con Baroni che si siede in panchina e tace, riflette, così come l’ingresso di Kanoute, ed infine quell’accompagnare i ragazzi sotto la curva quasi come fosse un commiato. Impressioni, sentori che qualcosa non gira più, forse, che la mancanza di risultati ha sgretolato anche le poche certezze. Spento lo sguardo dell’ex Novara in conferenza stampa, deluso, triste, dispiaciuto. La sensazione è che i calciatori siano i primi responsabili, soprattutto quelli inadatti a questa categoria e svogliati verso una maglia che l’anno scorso è stata sudata fino all’ultimo minuto di ogni gara. Si sa, nel calcio paga sempre l’allenatore, e infatti ci siamo. La direzione sembra essere presa, nonostante l’imminente turno infrasettimanale che incombe. La storia tra Baroni ed il Benevento calcio sembra essere ai titoli di coda. Lui, l’uomo che ha provato a dare gioco e identità, difendendo i suoi ragazzi sempre, e che ha le colpe minori di questi risultati.
Le alternative scarseggiano, in questo momento solo un folle accetterebbe la panchina del Benevento, ma potrebbe essere da folli la scelta del nuovo trainer. Si è provato con Reja, che ha declinato, in pole position c’è Roberto De Zerbi. Si proprio quel De Zerbi, che tante ne ha dette contro la piazza giallorossa ai tempi della Lega Pro, e che sarebbe osteggiato preventivamente. Al di là di questo aspetto ambientale l’ex Foggia è un allenatore a cui le squadre vanno consegnate in ritiro, non a campionato in corso in una situazione del genere. In alternativa Colantuono, o giù di lì. Insomma si cambia per prendere qualcosa di meglio ? Ai lettori la risposta, certo, che se cambio sarà, servirebbe un allenatore quantomeno di spessore morale ed umile capace di calarsi in una realtà ora più che mai difficile.
Benevento il dado è tratto, solo per Baroni, o anche per l’intera stagione ?