Inter, Cagliari tosto. Ma alla fine ci pensa Mauro

Posted By on Nov 26, 2017 | 0 comments


di Elia Faggion

 

Alla Sardegna Arena partita carica, elettrizzante, e soprattutto ricca di spunti che portano novità. Innanzitutto, la gara è stata molto più equilibrata del previsto, grazie ad un Cagliari molto più spregiudicato del previsto, che ha messo in difficoltà l’Inter più del previsto, in particolare nella prima mezzora.

Parlavamo del Cagliari come un organismo potenzialmente armonioso ed efficiente, ma ancora in cerca di stabilità, sebbene avesse vinto 3 delle ultime 4 gare di campionato. La prima mezzora dei sardi ha smentito completamente questo nostro disegno, grazie ad un dominio totale sulla capolista, schiacciata nella propria metà campo. Addirittura, se non fosse per un Handanovic in versione Superman, il Cagliari avrebbe trovato facilmente con Pavoletti il vantaggio dopo 20 minuti. Dopo il gol dell’1-0 di Icardi, ed in particolare nei 25 minuti in cui l’Inter ha giocato con il 3-5-1-1, la squadra ha fatto fatica a scrostarsi dai duelli individuali ed è leggermente calata dal piano dell’intensità. Nel secondo tempo l’Inter torna a 4 e torna ad arrancare dietro. Bel gol di Pavoletti, che però non serve a molto. Complimenti comunque al Cagliari e a Lopez, se riparte dalla prima mezzora di ieri sera, potrà togliersi grandi soddisfazioni.

Il tema che avevamo lanciato nell’articolo prepartita, era quello di un’Inter che avrebbe dovuto imparare a modificare alcune strategie di gara. Si può dire che Spalletti ci abbia più o meno ascoltato, perché mai come oggi l’Inter è stata ingabbiata da una “piccola”, ma ha comunque vinto, grazie a modifiche di alcuni particolari che a partita in corso sono state fondamentali. La prima, tutta spallettiana, intuitiva e lungimirante, di mettersi a specchio dopo un inizio terribile. Tre contro due in difesa, mai in inferiorità sugli esterni, marcatura ad uomo sulla fonte di gioco avversaria (Cigarini) e densità centrale per fronteggiare gli inserimenti delle mezzeali cagliaritane. Questa mossa, con Borja Valero dietro ad Icardi e Perisic mezzala, ha di fatto spento il Cagliari fino al duplice fischio.

Parlavamo anche della necessità di non affidare la totalità delle incombenze in fase di finalizzazione ad Icardi, per evitare di finire preda di contromisure preventive da parte degli avversari. In effetti le contromisure sono state prese, stritolandolo tra tre centrali attenti, e semplicemente limitando i rifornimenti dagli esterni (in questa partita l’Inter ha crossato solamente 14 volte; la sua media è 24, la maggiore in Serie A). Ma queste non sono bastate, anche per un pizzico di sfortuna nell’occasione del gol che ha aperto la gara al 28’. Francamente senza quel colpo “fortunato” non so con quanta facilità l’Inter avrebbe sbloccato questa partita, perché il Cagliari non aveva concesso nemmeno un tiro terminato sugli spalti agli uomini di Spalletti in mezzora. E qui torno al discorso delle varianti: se gli altri si premuniscono in maniera eccelsa contro la tua unica arma, 9 volte su 10 non la sblocchi. Forse questa partita era l’unica su 10, in cui Perisic ti fa l’assist di tacco al volo cercando di tirare in porta.

Ma a prescindere da discorsi probabilistici e fatalistici, dobbiamo ammettere che le soluzioni alternative, col ritorno in campo di un giocatore in particolare, Spalletti le ha mostrate. Parlo di Brozovic, rientrante dall’infortunio subito con la nazionale. È lui il trequartista ideale per questa Inter, essendo l’unico ad interpretare in una certa maniera quel ruolo: solo lui riesce ad accompagnare l’azione in area con quella puntualità, sfruttando gli spazi creati dai tagli profondi di Icardi, o attaccando lo spazio quando Icardi arretra. Insomma, Brozovic può davvero essere un’arma in più per questa Inter, che con lui in campo diventerebbe davvero difficile da arginare.

Riassumendo, l’Inter oggi ha vinto perché: sa soffrire da squadra nei momenti difficili (come a Roma, o contro Samp e Milan), ha una solidità difensiva eccezionale (10 gol subiti in 14 partite), sa mettere Icardi nelle condizioni di segnare almeno due volte a partita (al resto ci pensa lui, e difatti sono 3 doppiette nelle ultime 5), e Spalletti è un allenatore geniale, capace anche di modellare al volo la sua squadra, prendendola per mano nei momenti difficili. Se aggiungiamo anche l‘imprevedibilità che si guadagnerebbe con Brozovic titolare, potremmo avere la massima candidata al terzo posto.

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