(di Gianluca Guarnieri) Un volo d’angelo, degno del più acrobatico tuffatore olimpico e la palla che entra in rete. Uno dei Roma-Cagliari più belli e ricchi di episodi è sicuramente quello del 16 gennaio 1983, con una Roma capolista, che supera in casa la squadra isolana per 1-0 grazie ad uno splendido goal di testa di Paulo Roberto Falcao, capace di far saltare il bunker della difesa rossoblu. L’ex Gustavo Giagnoni aveva provate di tutto pur di sbarrare la strada alla corazzata di Nils Liedholm, serrando le linee difensive e marcando in pratica tutti a uomo, e contando sulle parate del portiere Nello Malizia, quella volta in stato di Grazia. Infatti, davanti alle sortite dei vari Pruzzo, Di Bartolomei, Ancelotti, l’estremo difensore sardo divenne una sorta di Jascin degli anni ’80, parando di tutto e salvando le iniziative romaniste verso la propria porta. Un primo tempo a senso unico con almeno 5 palle goal, interdette dai voli plastici del numero 1, e un senso di angoscia per il pubblico giallorosso, preoccupato per la difficoltà in campo e la sterilità offensiva. Ripresa e toccava proprio al mitico numero 5 brasiliano di Porto Alegre, mettere a segno la stoccata giusta con uno splendido tuffo di testa, raccogliendo un millimetrico cross dalla destra di Sebino Nela, uno dei migliori con la solita verve gladiatoria, ed insaccando nella rete di curva Nord. Un 1-0 che scacciò la tensione accumulatasi in campo e sugli spalti. Falcao protagonista, nel bene e nel male, perché dopo il goal del 48′ il fuoriclasse sudamericano trovò il modo di farsi espellere dall’arbitro Pieri di Genova , all’83’ per un fallo di reazione su Marchetti, che lo aveva lungamente scalciato. Anche gli uomini di classe possono perdere la testa e nell’occasione capitò al “Divino”. Nonostante tutto la vittoria arrivò e i 2 punti, preziosi e combattuti, furono determinanti per la vittoria del secondo scudetto romanista. Quel 16 gennaio 1983, allo stadio Olimpico di Roma, la Roma batté il Cagliari per 1-0!