di Giorgio Dusi
Fuochi d’artificio all’Atleti Azzurri d’Italia nel posticipo domenicale. L’Atalanta – con tanto di divisa natalizia – ha bloccato la Lazio, o si è bloccata con la Lazio, pareggiando per 3-3. Una doppia interpretazione che non ha soddisfato il palato di Gasperini, secondo il quale “è stata la miglior Atalanta dell’anno” che ha avuto l’unico demerito di non chiudere il match dopo il 2-0 e dopo il 3-2. È un pari che non può necessariamente star bene ai nerazzurri, due volte in vantaggio e due volte raggiunti, tra proprie colpe e meriti avversari.
I nerazzurri hanno iniziato la gara imprimendo ritmo e intensità a tutto campo, caratteristiche che la difesa e il centrocampo di Inzaghi hanno sofferto. L’eccezionale condizione fisica dell’Atalanta ha permesso di mantenere corsa e gamba in continuità lungo i novanta minuti, ma è stato soprattutto l’impatto col match a colpire. L’atteggiamento positivo e offensivo ha sorpreso la Lazio, mentre il resto lo hanno combinato i soliti noti, a partire dal tridente nuovamente equipaggiato al meglio: Ilicic, Petagna, Gomez. Non un caso che Gasperini abbia apprezzato la prestazione.
Caldara ha firmato l’1-0 con il solito inserimento dalle retrovie e il solito colpo di testa, sbloccando una gara che l’Atalanta ha immediatamente preso in mano e controllato. Gomez e Ilicic hanno trovato immediate possibilità di svariare per il campo a proprio piacimento, lasciando anche spazio agli inserimenti sempre puntuali di Cristante. L’argentino e lo sloveno stanno imparando a conoscersi anche a livello calcistico muovendosi in sincro e combinando più spesso: l’occasione del secondo gol ne è la piena e miglior rappresentazione. Il talento riconosce il talento, tanto da cedergli anche il rigore del 3-2, battuto da Ilicic invece che dal Papu come d’abitudine.
Il capitano nerazzurro ha però allo stesso tempo lanciato alcuni segnali un po’ più preoccupanti, soprattutto nel finale quando gli è palesemente mancata la gamba per insaccare il 4-2 e successivamente lucidità. Gomez sta vivendo effettivamente una stagione diversa: ha meno possibilità di rifiatare e deve correre di più, così si spiega anche il calo a livello di media realizzativa. A segnare ci sta pensando per fortuna Ilicic, il quale sta sempre di più confermando il proprio status di giocatore di livello superiore.
La classifica non rispecchia però ancora in toto il reale valore dell’Atalanta. Solo 24 i punti in graduatoria, nove di distanza rispetto ai biancocelesti quinti, ma solo tre dalla Sampdoria sesta. I tre punti contro la Lazio potevano diventare fondamentali, ma il talento tra le linee di Milinkovic-Savic e Luis Alberto ha piegato in due la retroguardia nerazzurra, mal supportata dal centrocampo. Avrebbe forse fatto comodo un giocatore abile nelle letture difensive come De Roon, escluso causa squalifica.
Il 3-3 finale resta una piccola macchia, vista l’evoluzione del risultato, ma rimangono anche i meriti dell’avversario. La prestazione c’è stata, la squadra ha mostrato un’ottima condizione fisica e soprattutto la faccia tosta di sfidare un’avversaria più forte sulla carta, seppur senza Immobile. Per affinare gli ultimi dettagli ci saranno intere settimane di lavoro, quelle che Gasperini non vedeva l’ora di avere a disposizione. Il ritorno immediato in Europa sembra alla portata.