di Rodolfo Arcudi
Passano le giornate di campionato ed il VAR si manifesta sempre di più come una novità che rischia di cambiare in maniera profonda il rapporto del tifoso con l’evento calcistico.
Se ci eravamo illusi di mantenere integra la nostra percezione emozionale della partita, sterilizzandola dalle ingiustizie evidenti che tutti i tifosi affermano di subire, beh.. non è così.
Il VAR cambia l’evento, lo taglia, lo sospende, lo riannoda; se la partita di calcio nel suo svolgimento ha da sempre una sua fluida continuità, in cui finora non hanno trovato posto time out, tempo effettivo, pause varie per interruzioni pubblicitarie, questo è il primo esperimento di vera modernizzazione di questo sport sempre più orientato verso lo spettacolo.
Chi scrive ha sempre odiato i teorici del “si stava peggio quando si stava meglio”, dunque considero positivo cercare di migliorare, utilizzando uno strumento che promette di avvicinare il giudizio arbitrale alla perfezione.
Potrebbe essere una soluzione rendere il giudizio del VAR una specie di Cassazione in tempo reale, un’interpretazione autentica dell’episodio controverso a cui l’arbitro deve solo conformarsi; in fondo il giudice migliore è quello che osserva i fatti rimanendo più lontano dalla foga della contesa.
Si spera quindi che, nello svolgere il suo compito, il VAR in futuro agisca in modo meno molesto ed invadente così che si possa dire, come dell’arbitro ideale, che è perfetto in quanto non si nota.