Nicola Ciacciarelli
E venne il giorno in cui Paulo Dybala ritrovò la via del gol. A poco più di un mese dall’ultimo centro, a Genova con la Samp,la Joya torna ad esultare contro l’altra genovese. E con lui Allegri, compagni e tutto il popolo bianconero consapevole dell’importanza del ragazzo di Laguna Larga nello scacchiere tecnico-tattico della Signora.
L’argentino, per una sera, prende il posto del connazionale Pipita al centro dell’attacco. Ai suoi lati Bernardeschi e Douglas Costa. Una soluzione sin qui mai esplorata da Allegri, ma che regala una Juve brillante ed effervescente a tratti. Dybala non attacca la profondità e predilige arretrare 3-4 metri rispetto alla posizione solita del centravanti classico. La rete nasce, non a caso, al limite dell’area. Paulo, dopo un prezioso velo di Lichtsteiner, raccoglie palla spalle alla porta e girandosi di scatto evita la pressione di Cofie. Lamanna è freddato con un sinistro chirurgico. Alla sua maniera. Ruolo nuovo, vecchio Dybala. Difficile però che il dieci torni a giocare lì, anche perchè quello è territorio privato di Higuain che, subentrato nella ripresa, chiude i conti con un diagonale imprendibile. In una serata in cui Allegri si dà alla sperimentazione (vedi ampio turnover), la Juve risolve la pratica Genoa grazie all’usato sicuro. Non può esser definito altrimenti Paulo Dybala, nonostante un periodo di panchine e di evidente appannamento. L’ex Palermo è l’arma impropria a disposizione di Allegri, che in pochissimi in Italia hanno. Forse nessuno. E da ieri sera lo può essere anche in una zona del campo diversa dal solito.