di Elia Faggion
Gli insuccessi si accavallano uno sopra l’altro, e la torre sta cominciando ad assumere proporzioni inquietanti. Dire che l’Inter non vince più sarebbe riduttivo, perché questa squadra, oltre ai risultati, ha smarrito per strada la propria identità. Lo ha fatto quasi repentinamente, da quella notte uggiosa di Milano, quando i modesti ma tenaci pordenonesi hanno minato ogni certezza nerazzurra, alzando laboriosamente un muro che, l’allora capolista della Serie A, non riuscì nemmeno a scalfire in due ore di bombardamenti.
Quella non vittoria, contro una squadra quinta in classifica in Lega Pro, creò un profondo squarcio nell’anima nerazzurra: da quel momento, infatti, la stessa Inter che non aveva ancora perso una partita in questa stagione, cade per tre volte. Ancora con una friulana, contro i carnici dell’Udinese, poi a Reggio Emilia contro il Sassuolo, e infine nel tragicomico derby di Coppa Italia, contro un più che vulnerabile Milan. È chiaro che i cavalli hanno smesso di trainare, edil cocchiere sta perdendo il controllo della diligenza.
Stasera sarà l’ultima partita del 2017 interista, e a San Siro arriva la Lazio. Squadra operaia, quasi fordista, dove ci si muove come se ognuno fosse al proprio posto nella famosa assembly-line ideata da Henry Ford, la catena di montaggio. Non mancano le qualità indivuali: ci sono l’attaccante italiano più forte del momento (Immobile) e il centrocampista più corteggiato d’Europa (Milinkovic-Savic), ma ciò che rende così temibile la Lazio è la straordinaria organizzazione tattica, ordinata da un grande allenatore qual è Simone Inzaghi, che se avesse proiettato il proprio sguardo (per nostra fortuna non l’ha fatto) alla politica, sarebbe divenuto certamente un ottimo statista.
Per l’Inter non sarà affatto semplice chiudere questo 2017 nel migliore dei modi, o quantomeno, gli indizi più recenti ce lo lasciano intendere. Spalletti dovrà preparare questa partita in maniera particolare, certosina.. quasi fosse un derby. Già, i derby, sulla panchina della Roma, proprio contro la Lazio, ne ha vissuti tanti: 13, di cui 6 vinti, 2 pareggiati, e 5 persi. L’allenatore più longevo della storia romanista moderna, eccezion fatta per un certo Nils Liedholm, non può evitare di preparare questa partita come fosse un derby. Inter e Lazio sono piazze amiche, almeno per quanto riguarda uno spicchio delle tifoserie, unite da ideali politici comuni, il cui sodalizio nacque in contrasto a quello tra Milan e Roma, preesistente ad esso. Stasera però, mai come negli ultimi anni, questa sfida odorerà di rivalità. L’Inter, guidata dallo storico timoniere della Roma, tenterà di riemergere dagli abissi, annegando e soffocando la Lazio.. che sì, è un’amica. Ma stavolta neanche troppo.